Centrale Rischi: Cuore Invisibile della Solidità Finanziaria di una PMI

In un contesto economico sempre più esigente e selettivo, la gestione della tesoreria e degli affidamenti bancari non può più essere considerata una semplice funzione amministrativa. Per una piccola o media impresa, rappresenta un autentico snodo strategico capace di determinare l’accesso al credito, la continuità operativa e, in ultima analisi, la sopravvivenza sul mercato. In questo scenario, la Centrale dei Rischi della Banca d’Italia si configura come uno degli strumenti più delicati e al contempo più sottovalutati nella governance finanziaria di un’impresa.

La Centrale dei Rischi (CR) è un sistema informativo pubblico gestito dalla Banca d’Italia, nel quale confluiscono le informazioni che banche e altri intermediari finanziari segnalano mensilmente riguardo ai crediti concessi e alle garanzie ricevute. Per ogni soggetto segnalato (persona fisica o giuridica), vengono tracciati gli utilizzi degli affidamenti, i ritardi nei pagamenti, gli sconfinamenti non autorizzati, le sofferenze e altri eventi significativi. Non si tratta di un semplice archivio passivo: i dati raccolti alimentano direttamente i sistemi di valutazione del rischio di credito delle banche e influiscono sul cosiddetto “rating” aziendale, spesso in misura predominante rispetto ad altri parametri.

Infatti, nelle PMI, dove l’accesso a informazioni pubbliche e bilanci solidi può essere limitato o poco aggiornato, l’analisi andamentale – ovvero il comportamento effettivo dell’impresa nel rapporto con il credito – può pesare sino all’85% nella determinazione del merito creditizio. La CR diventa quindi il “referto clinico” della salute finanziaria di un’azienda, e come tale deve essere monitorato e, quando necessario, curato.

Un aspetto che molte PMI tendono a trascurare è la gestione consapevole e proattiva degli affidamenti bancari: fidi di cassa, anticipi su fatture, mutui e leasing devono essere gestiti con rigore, evitando sconfinamenti anche minimi e ritardi nei pagamenti. Anche un solo mese di sforamento può essere segnalato e incidere negativamente nella CR. Ed è proprio in questo passaggio che si innesta la necessità di una tesoreria evoluta, in grado di pianificare i flussi di cassa, bilanciare entrate e uscite, gestire gli scadenzari e ottimizzare l’utilizzo delle linee di credito.

Molte aziende si ritrovano in difficoltà non per mancanza di redditività, ma per squilibri di liquidità temporanei che non vengono intercettati in tempo. Il risultato? Segnalazioni in CR, peggioramento del rating, aumento degli spread sui finanziamenti, chiusura delle linee di credito o – nel peggiore dei casi – rifiuto di rinnovo degli affidamenti.

La CR ha anche un’altra insidia, meno visibile ma non meno pericolosa: le segnalazioni indebite o errate da parte delle banche. Secondo dati raccolti da associazioni di tutela del credito e da indagini di settore, si stima che circa il 2-5% delle posizioni presenti in CR possa contenere errori, spesso causati da problemi tecnici, interpretazioni normative divergenti o semplici disattenzioni procedurali.

Le conseguenze per una PMI possono essere molto serie: un errore nella segnalazione di una sofferenza o di uno sconfinamento può compromettere la reputazione finanziaria dell’impresa, precludere l’accesso a nuove linee di credito o far scattare revisioni peggiorative delle condizioni contrattuali. Non è raro che, a seguito di accertamenti, l’intermediario debba rettificare o annullare le segnalazioni errate, ma nel frattempo il danno d’immagine e operativo è già avvenuto.

Esistono anche numerosi casi finiti in sede giudiziaria, nei quali le imprese hanno richiesto risarcimenti danni per segnalazioni indebitamente trasmesse, con esiti a volte favorevoli. Tali eventi rendono evidente quanto sia strategico istituire un presidio periodico di verifica delle segnalazioni in CR.

La Banca d’Italia consente a qualsiasi soggetto di accedere gratuitamente alla propria posizione nella Centrale dei Rischi tramite richiesta telematica o cartacea. È fortemente consigliato effettuare tale verifica con cadenza almeno trimestrale. In caso di anomalia, il primo passaggio è contattare direttamente l’intermediario che ha effettuato la segnalazione. Se la risposta è insoddisfacente o l’errore non viene corretto, è possibile presentare un reclamo alla banca o un esposto alla Banca d’Italia.

Inoltre, è possibile adire l’Arbitro Bancario Finanziario (ABF), organismo di risoluzione alternativa delle controversie, che si è già espresso in passato con sentenze favorevoli alle imprese in caso di segnalazioni non dovute. Ma, ancora prima della reazione, è la prevenzione a fare la differenza: un consulente finanziario esterno o un temporary CFO esperto in gestione andamentale e in compliance può rappresentare un investimento altamente strategico per la tutela del merito creditizio dell’impresa.

La Centrale dei Rischi non è un nemico, ma uno specchio estremamente fedele della disciplina gestionale di un’impresa. Non basta produrre valore, servono rigore, metodo e consapevolezza nella relazione con il credito. Monitorare la propria posizione in CR, evitare comportamenti finanziari disordinati, correggere rapidamente eventuali errori e gestire in modo attento tesoreria e affidamenti è una forma evoluta di leadership finanziaria.

Per una PMI, tutto questo significa non solo evitare problemi, ma creare un vantaggio competitivo durevole. La fiducia, nel mondo del credito, non è solo una questione di parole, ma di numeri. E la Centrale dei Rischi è il luogo in cui quei numeri vengono pesati, valutati e giudicati.

Noi siamo pronti, Voi?

Articolo di Marco Simontacchi

21/05/2025