Tag Archivio per: #formazione

Il Tutor compagno fedele nelle pratiche di finanza agevolata e microcredito

Un tutor può guidare gli imprenditori o i beneficiari di microcredito attraverso il processo di richiesta e acquisizione di fondi, fornendo loro supporto e consigli lungo il percorso. Questo può includere la compilazione della documentazione necessaria, la comprensione dei requisiti di ammissibilità e la navigazione attraverso il processo di valutazione e a monte valutare e proporre tutte le opportunità idonee alla azienda seguita.

Un tutor può fornire formazione e istruzione su argomenti finanziari fondamentali, come la gestione del denaro, la pianificazione finanziaria, la comprensione dei tassi di interesse e la gestione del debito. Questo può aiutare i beneficiari a sviluppare competenze finanziarie essenziali per gestire efficacemente i fondi ricevuti e per migliorare la loro situazione finanziaria complessiva.

Un tutor può mettere in contatto i beneficiari con risorse e reti di supporto aggiuntive, come altre organizzazioni non profit, istituzioni finanziarie locali o associazioni commerciali. Questo può aiutare i beneficiari a stabilire connessioni utili e ad accedere a ulteriori opportunità di sviluppo economico e finanziario.

Un tutor può svolgere un ruolo nel monitorare e valutare il progresso dei beneficiari nel raggiungimento dei loro obiettivi finanziari e aziendali. Questo può includere la revisione periodica dei piani aziendali, l’analisi dei flussi di cassa e l’identificazione di eventuali sfide o opportunità di miglioramento.

Un tutor può aiutare i beneficiari a sviluppare strategie per garantire la sostenibilità a lungo termine delle loro attività imprenditoriali, fornendo consulenza su questioni come la diversificazione delle entrate, lo sviluppo di partnership strategiche e l’adattamento alle mutevoli condizioni del mercato.

Un tutor può svolgere un ruolo fondamentale nel fornire guida, formazione, supporto e risorse ai beneficiari di microcredito e finanza agevolata, contribuendo così al successo delle loro imprese e al miglioramento delle loro condizioni finanziarie.

Considerare un tutor come un investimento anziché un costo è una prospettiva molto valida, specialmente quando si tratta di pratiche come il microcredito e la finanza agevolata. Ecco perché un tutor può essere considerato un investimento produttivo ad alta resa.

Massimizzazione del potenziale dei beneficiari Un tutor può aiutare i beneficiari a sviluppare le competenze e le conoscenze necessarie per massimizzare il potenziale del loro business. Questo può portare a una maggiore efficacia operativa, maggiore redditività e crescita sostenibile nel lungo termine.

Riduzione dei rischi Un tutor può fornire consulenza e orientamento per mitigare i rischi associati all’avvio e alla gestione di un’attività imprenditoriale. Questo può aiutare i beneficiari a evitare errori costosi e a superare le sfide in modo più efficiente, contribuendo alla stabilità finanziaria e al successo complessivo del loro business.

Generazione di impatti positivi Investire in un tutor può portare a impatti positivi sia per i beneficiari individuali che per la comunità nel suo insieme. Ad esempio, può favorire la creazione di posti di lavoro, stimolare lo sviluppo economico locale e ridurre la povertà attraverso l’empowerment economico.

Miglioramento della reputazione e dell’impatto sociale Le organizzazioni che forniscono supporto tramite tutoraggio possono beneficiare di una migliore reputazione e di un maggiore impatto sociale. Questo può contribuire a rafforzare il coinvolgimento della comunità, a generare fiducia tra gli stakeholder e a attirare ulteriori risorse e finanziamenti per sostenere le attività future.

Rendimento a lungo termine Investire in un tutor può portare a risultati tangibili nel breve termine, ma anche a benefici duraturi nel lungo termine. Ad esempio, i beneficiari che ricevono supporto adeguato possono diventare imprenditori di successo che reinvestono nel proprio business e contribuiscono alla crescita economica sostenibile nel tempo.

Considerare un tutor come un investimento produttivo ad alta resa riflette la sua capacità di generare valore aggiunto significativo per i beneficiari, le organizzazioni e le comunità nel loro complesso.

Noi siamo pronti, Voi?

Articolo di Marco Simontacchi

10/02/2024

Per stare bene al lavoro si deve stare bene con sé stessi

Stare bene con sé stessi è un elemento cruciale per il benessere generale, inclusa la soddisfazione sul posto di lavoro. Ci sono diverse ragioni per cui il benessere personale influisce positivamente sulla tua esperienza lavorativa.

Produttività: Quando ti senti bene con te stesso, sei più propenso a essere produttivo. Un buon equilibrio tra vita professionale e personale, insieme a una buona salute mentale e fisica, può migliorare la tua capacità di concentrarti e svolgere le tue attività lavorative con efficacia.

Relazioni interpersonali: Il tuo stato d’animo e il tuo atteggiamento influenzano le relazioni con i colleghi, i superiori e gli altri membri del team. Essere felici e in armonia con sé stessi può contribuire a creare relazioni positive sul posto di lavoro, favorendo un ambiente collaborativo e sostenitivo.

Resilienza: La capacità di gestire lo stress e affrontare le sfide è fondamentale in qualsiasi ambiente lavorativo. Essere in pace con sé stessi può aumentare la tua resilienza, aiutandoti a superare le difficoltà senza che esse influiscano in modo significativo sulla tua salute mentale.

Motivazione: Quando hai un buon equilibrio nella vita personale e sei in sintonia con i tuoi obiettivi personali, sei più motivato a raggiungere gli obiettivi professionali. Il benessere personale può alimentare la tua motivazione a fare bene sul lavoro.

Concentrazione e creatività: Uno stato d’animo positivo può migliorare la tua concentrazione e stimolare la creatività. Essere in pace con sé stessi può aprire la mente a nuove idee e soluzioni innovative.

Salute fisica e mentale: Un buon benessere personale contribuisce anche alla tua salute fisica e mentale complessiva. Una buona salute è fondamentale per affrontare le sfide quotidiane sul posto di lavoro e mantenere una prestazione lavorativa costante.

Equilibrio tra vita professionale e personale: Mantenere un equilibrio sano tra lavoro e vita personale è essenziale per evitare il burnout. Stare bene con sé stessi ti aiuta a stabilire confini chiari tra i due aspetti della tua vita e a gestire meglio le richieste professionali e personali.

Il benessere personale è un elemento cruciale per il successo e la soddisfazione sul posto di lavoro. Un individuo che si prende cura di sé stesso è più propenso ad affrontare le sfide lavorative in modo positivo, a costruire relazioni efficaci e a raggiungere il successo professionale nel lungo termine.

 

La ricerca del benessere personale può essere vista come un viaggio continuo alla scoperta di sé stessi e degli altri.

Autoconoscenza: Per stare bene con sé stessi, è importante sviluppare una profonda autoconoscenza. Questo implica esplorare i propri valori, passioni, punti di forza e aree di miglioramento. Capire chi si è realmente può portare ad una maggiore consapevolezza e accettazione di sé.

Relazioni interpersonali: La connessione con gli altri è un aspetto fondamentale del benessere. Durante il viaggio verso il benessere si incontrano molte persone, ognuna delle quali può insegnare qualcosa di nuovo. La capacità di instaurare relazioni significative e sostenitive contribuisce positivamente al nostro stato emotivo.

Empatia: Essere consapevoli degli altri e delle loro esperienze è parte integrante del viaggio verso il benessere. L’empatia, cioè la capacità di comprendere e condividere i sentimenti degli altri, favorisce relazioni più forti e appaganti.

Accettazione del cambiamento: Il benessere personale è un processo dinamico che coinvolge accettare e adattarsi ai cambiamenti nella vita. Questo potrebbe includere cambiamenti personali, professionali o relazionali. La flessibilità mentale è un elemento chiave in questo viaggio.

Crescita personale: Il viaggio verso il benessere spesso porta a una continua crescita personale. Affrontare sfide, superare ostacoli e imparare dalle esperienze contribuiscono al nostro sviluppo individuale.

Bilancio tra introspezione ed estrospezione: Il viaggio verso il benessere implica un equilibrio tra introspezione (l’indagine e la riflessione su sé stessi) ed estrospezione (l’attenzione al mondo esterno e agli altri). Entrambi sono importanti per una visione completa e bilanciata della vita.

Pratiche di cura personale: Il viaggio verso il benessere spesso coinvolge l’adozione di pratiche di cura personale, come il mantenimento di uno stile di vita sano, la gestione dello stress, la meditazione e l’esercizio fisico. Queste attività possono contribuire al benessere fisico e mentale.

Il viaggio verso il benessere è un processo unico e individuale che coinvolge la scoperta di sé stessi, l’interazione con gli altri e la continua crescita personale. È un cammino che può portare a una vita più soddisfacente e significativa, anche sul posto di lavoro.

Noi ci siamo, Voi?

Articolo di Marco Simontacchi

05/12/2023

Bias Cognitivi e loro effetti sulla Leadership

I bias cognitivi sono deviazioni sistematiche dalla razionalità nella valutazione delle informazioni e nella presa di decisioni. Sono il risultato di processi mentali automatici che influenzano la nostra percezione, giudizio e interpretazione della realtà. Nel contesto della leadership, i bias cognitivi possono avere un impatto significativo sulle decisioni prese dai leader e sulla loro capacità di guidare efficacemente.

I bias cognitivi sono errori sistematici nel modo in cui elaboriamo le informazioni. Sono spesso il risultato di semplificazioni mentali e meccanismi di ragionamento accelerato, che possono portare a distorsioni nella percezione della realtà. Alcuni esempi comuni di bias cognitivi includono:

Conferma dei Bias: La tendenza a cercare, interpretare e ricordare informazioni in modo da confermare le proprie convinzioni preesistenti. Questo può portare i leader a ignorare dati contrari alle loro opinioni o a sovrastimare l’importanza di prove che supportano le loro idee.

Bias dell’Attribuzione: L’attribuzione di successi a caratteristiche interne e personali, mentre si attribuiscono i fallimenti a fattori esterni. Questo può influenzare il modo in cui i leader valutano le prestazioni dei membri del loro team e possono non riconoscere l’importanza degli elementi ambientali.

Bias dell’Ottimismo: La tendenza a sovrastimare le probabilità di risultati positivi e a sottovalutare i rischi. I leader ottimisti potrebbero essere inclini a prendere decisioni rischiose senza considerare attentamente le possibili conseguenze negative.

Bias della Disponibilità: Basare le decisioni sulla facilità con cui si ricorda un certo tipo di informazione, piuttosto che sulla sua rilevanza statistica. Questo può portare a decisioni errate poiché le informazioni più facilmente accessibili non sono necessariamente le più accurate.

I bias cognitivi possono avere impatti significativi sulla leadership in diversi modi:

Processi Decisionali Distorti: I leader influenzati dai bias cognitivi possono prendere decisioni basate su informazioni incomplete o errate, portando a risultati negativi per l’organizzazione.

Carenza di Diversità: I bias cognitivi possono portare i leader a preferire persone simili a loro stessi, limitando la diversità nel team e ostacolando l’innovazione e la creatività.

Mancanza di Adattabilità: I leader influenzati dai bias potrebbero resistere al cambiamento o ignorare nuove idee che non si allineano con le loro prospettive preesistenti.

Sviluppo delle Relazioni Interpersonali: I bias cognitivi possono influenzare la percezione dei leader nei confronti dei loro collaboratori, portando a un trattamento iniquo e alla mancanza di fiducia.

Affrontare i Bias Cognitivi nella Leadership richiede:

Consapevolezza: Il primo passo per affrontare i bias cognitivi è riconoscerne l’esistenza. I leader devono essere consapevoli dei tipi di bias che possono influenzare le loro decisioni e prese di posizione.

Raccolta di Dati Obiettivi: Raccogliere dati oggettivi e affidabili può aiutare i leader a basare le loro decisioni su fatti concreti, piuttosto che su percezioni distorte.

Prospettive Diverse: Promuovere la diversità nel team può aiutare a mitigare i bias cognitivi, poiché le prospettive diverse possono portare a decisioni più informate e bilanciate.

Processi Decisionali Strutturati: Implementare processi decisionali strutturati, come l’analisi costi-benefici o l’approccio “dell’avvocato del diavolo”, può aiutare a ridurre l’influenza dei bias.

I bias cognitivi sono fenomeni intrinseci alla mente umana che possono influenzare profondamente il modo in cui i leader prendono decisioni e guidano le loro organizzazioni. Comprendere i diversi tipi di bias cognitivi e sviluppare strategie per affrontarli è fondamentale per coltivare una leadership più efficace e orientata ai risultati. Prendere decisioni informate, basate su dati obiettivi e considerando prospettive diverse può aiutare i leader a superare gli ostacoli posti dai bias cognitivi e guidare con successo le loro squadre verso il progresso e l’innovazione.

Noi siamo pronti, Voi?

Articolo di Marco Simontacchi

22/08/2023

Consapevolezza di sé nelle scelte imprenditoriali

La consapevolezza di sé è un elemento fondamentale per il successo nelle scelte imprenditoriali. Rappresenta la capacità di comprendere i propri pensieri, emozioni, forze, debolezze, valori e obiettivi personali. Quando si tratta di intraprendere un’attività imprenditoriale, la consapevolezza di sé gioca un ruolo cruciale.

Indirizzamento delle scelte: La consapevolezza di sé aiuta gli imprenditori a comprendere cosa desiderano davvero raggiungere e quali obiettivi sono allineati con i loro valori personali. Questo li aiuta a fare scelte imprenditoriali che siano autentiche e significative per loro.

Gestione delle emozioni: Gli imprenditori affrontano spesso sfide e incertezze che possono causare stress e pressione emotiva. La consapevolezza di sé consente loro di riconoscere e gestire le proprie emozioni in modo efficace, evitando che queste influenzino negativamente le loro decisioni e il loro comportamento imprenditoriale.

Comunicazione e relazioni: La consapevolezza di sé aiuta a migliorare la comunicazione e le relazioni con gli altri. Gli imprenditori consapevoli delle loro reazioni e delle loro dinamiche interne sono più in grado di comunicare in modo chiaro, ascoltare attivamente e costruire rapporti positivi con dipendenti, clienti, partner e investitori.

Adattabilità: L’ambiente imprenditoriale è in costante evoluzione, e la capacità di adattarsi ai cambiamenti è cruciale. La consapevolezza di sé permette agli imprenditori di riconoscere quando è necessario apportare modifiche ai propri approcci e strategie, evitando l’inerzia o l’attaccamento rigido a idee o piani.

Fonte di decisioni informate: La conoscenza delle proprie forze e debolezze aiuta gli imprenditori a prendere decisioni informate. Sono in grado di giocare sulle loro competenze e cercare il supporto o le risorse necessarie per compensare le aree in cui potrebbero essere meno competenti.

Autenticità: Gli imprenditori che sono consapevoli di sé sono più inclini a seguire la loro visione personale e le loro idee uniche, invece di conformarsi alle aspettative degli altri o alle tendenze del mercato. Questo può portare a soluzioni imprenditoriali originali e di successo.

La consapevolezza di sé offre agli imprenditori una base solida su cui costruire le loro scelte e azioni imprenditoriali. Essa non solo migliora la loro capacità di affrontare sfide e incertezze, ma li aiuta anche a creare imprese che rispecchiano autenticamente la loro identità e i loro valori.

Noi siamo pronti, Voi?

Articolo di Marco Simontacchi

16/08/2023

Il pugno di ferro: L’inaspettata relazione tra la boxe e la crisi di impresa

La boxe è uno sport che richiede disciplina, determinazione e una strategia ben pianificata. I pugili si allenano duramente per sviluppare la forza fisica e mentale necessaria per affrontare avversari potenti e resistere alle situazioni più difficili sul ring. Ma cosa c’entra la boxe con il mondo degli affari e la crisi di impresa? Sorprendentemente, esiste una connessione tra le due realtà. In questo articolo, esploreremo come i principi della boxe possono essere applicati al contesto aziendale e come la mentalità di un pugile può aiutare le aziende a superare momenti di crisi.

La preparazione come chiave del successo:

La preparazione è fondamentale sia nella boxe che nelle imprese. Un pugile trascorre innumerevoli ore ad allenarsi per migliorare le proprie abilità e perfezionare le strategie di combattimento. Allo stesso modo, le aziende devono dedicare tempo ed energie per comprendere il mercato, analizzare la concorrenza e identificare le opportunità di crescita. Una scarsa preparazione può portare a decisioni affrettate e a una gestione inefficace delle crisi aziendali.

La resilienza come arma segreta:

La resilienza è un tratto fondamentale sia per i pugili che per gli imprenditori. Sul ring, i pugili devono essere in grado di sopportare colpi duri e reagire positivamente alle avversità. Nelle imprese, la resilienza è necessaria per affrontare le sfide e superare le difficoltà. La capacità di rimanere concentrati, adattarsi alle situazioni mutevoli e continuare a lottare nonostante le sconfitte temporanee può fare la differenza tra il fallimento e il successo.

L’importanza della strategia:

Nella boxe, la strategia è essenziale per ottenere la vittoria. Un pugile deve studiare attentamente il proprio avversario, identificarne i punti deboli e sfruttarli a proprio vantaggio. Nelle imprese, la strategia svolge un ruolo cruciale durante le crisi. È necessario analizzare la situazione, individuare i fattori chiave che hanno portato alla crisi e pianificare le azioni necessarie per superarla. Una strategia ben strutturata può aiutare le aziende a rimettersi in piedi e a rafforzarsi nonostante le difficoltà.

L’importanza del supporto:

Nella boxe, un pugile ha un team di allenatori, manager e compagni di squadra che lo sostiene e lo guida lungo il percorso. Nelle imprese, avere un solido supporto è altrettanto importante. Durante una crisi, le aziende possono beneficiare del supporto di consulenti esperti, mentor o gruppi di imprenditori con esperienze simili. Queste figure possono offrire prospettive esterne, consigli pratici e incoraggiamento emotivo per aiutare le aziende a navigare con successo attraverso tempi difficili.

Nonostante possano sembrare mondi distanti, la boxe e il mondo degli affari condividono alcuni principi chiave che possono essere applicati in entrambe le sfere. La preparazione, la resilienza, la strategia e il supporto sono elementi fondamentali per affrontare le crisi sia nel ring che nelle imprese. Guardando oltre le apparenze, possiamo trarre ispirazione dalla mentalità dei pugili per superare le difficoltà aziendali e ritornare alla vittoria.

Noi siamo pronti, Voi?

Articolo di Marco Simontacchi

30/05/2023

Lo scaricabarile punisce chi lo fa

Si potrebbe dire che dopo l’allenatore della Nazionale di calcio la professione più gettonata da buona parte della popolazione sia fare lo scaricabarile.

Apparentemente proiettare le proprie responsabilità fuori di sé crea il vantaggio di non doversi fare carico delle conseguenze traslandole ad altri.

A meno di essere attori incalliti di norma il processo avviene a livello inconscio e per sostenerlo ci si crea un film parallelo a una realtà fattuale a sostegno della propria visione.

Il tempo però è impietoso e con il suo scorrere le crepe tra fatti e mistificazioni si fanno sempre più profonde fino a far esplodere il problema.

Tutte le responsabilità che si erano a suo tempo evitate ricadono addosso come macigni, appesantite dal non averle gestite e risolte, schiacciando il malcapitato che a questo punto o rifiuta la realtà, andando a schiantarsi, oppure ripercorre la propria narrativa andando a comprendere dove e quando avrebbe dovuto capire che situazione andava affrontata e risolta. In questo secondo caso, seppur con fatica e maggiori costi, la situazione può ancora essere in buona parte dei casi sanata.

È a onor del vero molto difficile affrontare le proprie zone d’ombra, se fossero state evidenti non si cadrebbe nelle trappole. Ci sentiamo di consigliare in questi casi di rivolgersi a un consulente esperto nel settore, che sia di relazione, di gestione operativa o economica, il quale con un approccio scorrelato da coinvolgimenti personali possa dare la giusta collocazione al problema e offrire plausibili soluzioni o mediazioni.

 

Noi ci siamo, voi?

 

Articolo di Marco Simontacchi

26/04/2023

La conoscenza rende liberi

Essere imprenditori in una Micro PMI oggi è più complicato che in passato.

Se un tempo bastava il buon senso e un/a contabile con tutti gli adempimenti fiscali e normativi oltre ai vari parametri sia del rating che del Codice della Crisi di Impresa oggi si richiede una specializzazione verticale notevole in diversi ambiti complessi.

Essere aggiornati e adempienti significa in prima battuta mettere in sicurezza l’azienda e l’imprenditore da rischi di sanzioni pesanti o da incidenti che potrebbero minare la sopravvivenza dell’azienda.

Certo si possono delegare in toto a professionisti esterni alcune di quelle funzioni e adempimenti senza più apparentemente doversene curare.

Tuttavia, ciò espone a rischi l’azienda, in tal infatti modo l’imprenditore è vincolato al professionista e non crea le condizioni per poter esercitare il controllo sull’efficacia ed efficienza dell’operato, rimanendo così comunque ciechi e responsabile davanti alla legge.

I professionisti sono una fondamentale risorsa di cui oggi non si può fare a meno. Esiste la possibilità di avere tuttavia un elemento all’interno dell’azienda che faccia le veci dell’Imprenditore assistendolo nella strategia e tattica di tutte tali questioni supervisionandolo e coinvolgendolo in tutte le scelte migliori e nei rapporti conseguenti con il professionista: un Consulente Strategico in Temporary Management.

In tal modo si crea una conoscenza e coscienza di ogni ambito sensibile aziendale che permetterà all’imprenditore di divenire decisionalmente autonomo e capace senza dover forzatamente accettare qualsivoglia soluzione prospettata da un terzo che non vive e respira l’azienda.

La conoscenza rende liberi e consapevoli.

Noi siamo pronti, Voi?

 

Articolo di Marco Simontacchi

23/02/2023

 

Oblio ed efficienza

Rudolf Steiner, fondatore dell’antroposofia, affermò che un essere evoluto necessita dell’oblio del passato.

In sintesi, ogni esperienza va vissuta come fatto nuovo, senza interpretarlo come vicende passate, anzi ricercarne i nuovi significati e i nuovi sviluppi e reagire in modo diverso se necessario.

Altrimenti reagiamo a una esperienza passata inconsapevoli delle differenze, anche sostanziali, che i futuri accadimenti portano con sé.

Esistono innumerevoli variabili all’interno di un processo e al variare di alcune di esse cambiano, anche radicalmente, le dinamiche.

Portare le stesse risposte del passato difficilmente darà gli stessi risultati, portandoci in un altrove non necessariamente funzionale.

Serve guardare alle situazioni con occhi attenti e indagatori, con la curiosità di cogliere le novità e di sfruttarle.

Se pensiamo a Virgin e a Tesla pensiamo a due imprenditori innovativi che hanno saputo cogliere il futuro e a tradurlo in visione imprenditoriale portandola concretamente a terra.

Nel valutare una azienda non c’è ambiente più soffocante di una struttura ancorata al passato che vive sclerotizzata in ciò che fu e si muove su prassi anacronistiche incapace di cogliere il vento del cambiamento, ormai prossima alla obsolescenza.

Apriamo bene gli occhi, respiriamo tutti i giorni il vento del cambiamento e creiamo una visione futura a medio e lungo periodo che ci indichi i passi da compiere giorno per giorno, partendo da oggi.

Chi avesse il coraggio di farlo con buona probabilità diverrebbe quell’imprenditore di successo con cui amiamo collaborare.

Noi siamo pronti, Voi?

 

Articolo di Marco Simontacchi

15/02/2023

Imprenditore alla Eisenhower

Cosa ha da imparare un imprenditore da un Generale 5 stelle protagonista della II guerra mondiale e 34° Presidente USA?

Parecchio in termini di gestione del tempo e delle risorse.

In un discorso Eisenhower diede lo spunto su tale argomento, a cui si rifece Covey, per costruire il “quadrante di Eisenhower” per il time management.

Uno dei problemi tipici del piccolo e medio imprenditore è quello di non avere una vera linea di manager a supporto dell’attività, trovandosi così a dover gestire molteplici attività non tipiche di un amministratore.

Sommerso dalle urgenze perde spesso di vista il vero obiettivo e il focus su ciò che veramente è importante: dirigere l’azienda verso i propri obiettivi industriali ed economici.

Impantanato nei dettagli l’imprenditore a capo chino non coglie più il senso della direzione e si trova spesso a fine esercizio ad essere meramente sopravvissuto all’anno fiscale.

In questo il suddetto quadrante ci viene in soccorso, ci aiuta a distinguere tra ciò che è urgente o importante.

Ciò che è urgente e importante significa che se disatteso avrà conseguenze, merita la nostra massima attenzione.

Urgente ma non importante dovrebbe indurci a delegare a persona con le giuste competenze.

Importante e non urgente dovremmo pianificarlo nel tempo e portarlo a termine a step.

Né importante né urgente significa sacrificabile, le conseguenze saranno minime, lo si evade se avanzano tempo ed energie fatto tutto il resto.

Come in tutti i processi all’inizio sembra macchinoso, andiamo a creare una nuova procedura interna con deleghe.

Tuttavia, una volta che sia diventata una abitudine sarà un automatismo virtuoso che permetterà all’Imprenditore di fare una corretta gestione del tempo e delle risorse focalizzandosi così sul suo vero lavoro: portare l’azienda in modo efficiente ed efficace ai propri obiettivi.

 

Noi siamo pronti, Voi?

Articolo di Marco Simontacchi

12/01/2023

Iniziare il 2023 dalla fine

Cominciare il nuovo esercizio dalla fine significa iniziare il primo giorno lavorativo avendo una chiara visione e comprensione della nostra meta finale.

Significa avere coscienza oggi di dove si sia diretti, avremo così la consapevolezza da dove noi si stia iniziando e far sì che tutte le nostre azioni ci portino verso l’obiettivo atteso.

Esistono spesso due realtà parallele, i dati di bilancio con precipuo riferimento allo stato patrimoniale e il concreto stato in cui versa l’azienda.

L’obiettivo finale non può che essere unico e non più scisso: una azienda in salute con dati concreti, trasparenti che esprimono uno stato di salute e stabilità.

A seconda della situazione di partenza possono occorrere uno o più esercizi, o in casi estremi decidere di ricorrere a istituti straordinari per rifondare l’attività su basi sane e gestibili.

Occorre sapersi focalizzare per evitare dispersioni, pianificare per non trovarsi a rinviare decisioni importanti, organizzare per non incorrere in situazioni caotiche.

I risultati saranno proporzionali alla efficacia, la capacità di raggiungere gli obiettivi prefissati, e all’efficienza, la abilità di raggiungerli con il minor impiego di risorse possibili.

La focalizzazione è una strategia vincente, è inutile, anzi dannoso, avere tanti obiettivi poco chiari, si arriva da nessuna parte.

E’ solo riducendo gli obiettivi e facendo chiarezza sui tempi, sui numeri e sulle azioni che si arriva al traguardo. Occorre iniziare a pensare dalla fine: dall’obiettivo e su di esso concentrarsi come un puntatore laser.

Dovremo distinguere tra l’obiettivo prescritto che viene indicato dai numeri del piano industriale, e tra i sotto obiettivi: quelli discrezionali ossia quelli che dipendono da nostre capacità e possibilità e quelli attesi, ovvero quegli obiettivi che terze parti interne o esterne chi richiedono per poter raggiungere quello prescritto, quali finanziatori, clienti, fornitori.

Più che sul “fare” dovremo concentrarci sull’”ottenere”, le azioni verranno di conseguenza.

Tutto facile? Magari lo fosse, ogni giorno qualche imprevisto ci obbliga a riposizionarci e a riconsiderare le azioni da fare per portarci a dama.

Non si cambia l’obiettivo, si cambiano le azioni innovando e arricchendo il progetto.

Quando a seguito degli attentati vietarono il trasporto in aereo di qualsivoglia lama e di conseguenza ne fu vietata la vendita nei duty free, per Victorinox sembrava suonata la campanella di addio.

Non si misero in difesa e non rividero le loro ambizioni, inventarono un nuovo attrezzo multiuso senza lame, più trendy e ricco di gadget che spopolò. Dovettero successivamente sì rivedere i budget, ma al rialzo.

Tutto questo processo ha un nome: strategia. E’ una dote che o si possiede o va costruita e affinata nel tempo, costa cara in termini di errori e di investimento di risorse, oppure si investe in chi lo sappia fare di mestiere, la consulenza strategica.

 

Noi ci siamo, Voi?

 

Articolo di Marco Simontacchi

22/12/2022