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Come gestire le insolvenze dei clienti in una PMI

Gestire le insolvenze dei clienti è una delle sfide più delicate per una piccola o media impresa. Non si tratta soltanto di un problema di liquidità o di recupero crediti, ma di un aspetto cruciale che riguarda la solidità organizzativa e la credibilità dell’azienda sul mercato. Avere una procedura chiara, condivisa tra l’area amministrativa e quella commerciale, significa proteggere la continuità aziendale e rispettare gli obblighi previsti dagli “adeguati assetti organizzativi” richiamati dall’articolo 2086 del Codice Civile e dal Codice della Crisi d’impresa introdotto con il D.Lgs. 14/2019.

Un aspetto poco considerato è che spesso le insolvenze non arrivano da clienti occasionali, bensì da quelli storici, proprio quelli di cui ci si fida maggiormente. Le statistiche confermano questa dinamica: analisi condotte da Cribis D&B e da Cerved indicano che oltre il 60% dei ritardi nei pagamenti deriva da clienti consolidati. È la cosiddetta “trappola della fiducia”, che spinge l’imprenditore o il commerciale a soprassedere di fronte a un mancato pagamento, convinto che il cliente regolarizzerà la situazione spontaneamente. Ma un ritardo, se non affrontato subito con chiarezza, rischia di trasformarsi in un vero e proprio insoluto, con effetti diretti e spesso gravi sulla liquidità aziendale. Questo fenomeno è reso ancora più rilevante dal fatto che in Italia i tempi medi di pagamento effettivo sono di circa 52 giorni, a fronte dei 30 previsti dal D.Lgs. 231/2002 che ha recepito la Direttiva europea sui ritardi di pagamento. Per le PMI, che vivono di cassa e non dispongono di riserve finanziarie strutturate, l’impatto può diventare critico.

Per tutelarsi è necessario disporre di una procedura interna ben definita, che guidi con coerenza e gradualità sia il reparto commerciale sia quello amministrativo. Quando un cliente non rispetta una scadenza, è utile che il primo approccio venga gestito dal commerciale, che mantiene un rapporto più diretto e informale con il cliente e può contattarlo per un richiamo cordiale ma fermo. Se il pagamento continua a non arrivare, deve subentrare l’amministrazione con un sollecito formale, inviato tramite canali tracciabili come PEC o raccomandata con ricevuta di ritorno. Questo passaggio è essenziale non solo per dare un segnale di serietà, ma anche per creare la base probatoria necessaria qualora si rendesse indispensabile un’azione giudiziaria.

È altrettanto importante stabilire con chiarezza che nessuna nuova fornitura deve essere concessa a un cliente insolvente, per non aggravare ulteriormente il danno economico. Qualora l’azienda ritenga di voler salvaguardare la relazione commerciale, si può proporre un piano di rientro che consenta al cliente di sanare gradualmente la propria posizione. Il rispetto di questo piano può aprire la strada alla ripresa dei rapporti, ma solo con condizioni più rigide, come pagamenti anticipati o acconti consistenti fino al rientro completo. Se neppure questa soluzione produce risultati, resta necessario ricorrere agli strumenti legali. Il decreto ingiuntivo, previsto dagli articoli 633 e seguenti del Codice di procedura civile, rappresenta lo strumento più efficace per ottenere in tempi relativamente rapidi un titolo esecutivo, a condizione che l’impresa disponga di documentazione completa e opponibile come contratti, fatture e documenti di trasporto firmati.

L’adozione di una procedura di questo tipo non serve solo a ridurre gli insoluti. Rende l’impresa più credibile agli occhi di banche, finanziatori e partner commerciali, che in sede di valutazione del merito creditizio considerano molto positivamente la presenza di sistemi strutturati di gestione del credito. Inoltre, una gestione trasparente e ordinata è requisito essenziale per accedere a strumenti di protezione come l’assicurazione del credito commerciale, che consente di mitigare l’impatto degli insoluti sul bilancio e di migliorare il rating aziendale.

In definitiva, l’insolvenza non deve essere vista come un imprevisto casuale ma come una variabile fisiologica del fare impresa. Trattarla come tale significa adottare regole precise, condivise e documentate, capaci di guidare con coerenza l’azienda dal primo sollecito informale fino all’eventuale azione legale. Una PMI che si muove in questo modo tutela la propria liquidità, rispetta le prescrizioni normative sugli adeguati assetti e costruisce una reputazione di solidità e affidabilità. La gestione del credito, così intesa, non è un mero adempimento amministrativo, ma diventa uno strumento di governo d’impresa, fondamentale per garantire continuità, equilibrio finanziario e credibilità sul mercato.

Noi siamo pronti, voi?

Articolo di Marco Simontacchi

30/09/2025

Spese indetraibili: il boomerang nascosto per le PMI

In molte piccole e medie imprese italiane è frequente la tendenza a utilizzare con generosità spese come ristoranti, viaggi, auto aziendali o rappresentanza, nella convinzione che possano alleggerire il peso fiscale riducendo l’utile e aumentare i propri compensi in modo indiretto. Queste voci, però, sono spesso solo parzialmente deducibili e, in alcuni casi, addirittura indetraibili. Il Testo Unico delle Imposte sui Redditi prevede limiti specifici: l’articolo 164 stabilisce che i costi per i veicoli aziendali, salvo eccezioni, possano essere dedotti solo in percentuale ridotta, mentre gli articoli 108 e 109 fissano tetti precisi per le spese di rappresentanza, spesso collegati al volume d’affari.

L’apparente vantaggio che queste spese offrono diventa presto un problema. Poiché non sono deducibili integralmente, l’utile fiscale risulta spesso più alto di quanto non emerga dal saldo reale di cassa. Ci si trova così a dover versare imposte su utili che esistono solo sulla carta, mentre la liquidità aziendale è stata già assorbita dalle stesse spese. Ne deriva un disallineamento che può diventare critico: il capitale circolante si assottiglia, i fornitori attendono, il personale dev’essere pagato e le risorse per sostenere l’attività ordinaria o gli investimenti scarseggiano.

Quando la pressione fiscale diventa eccessiva rispetto alla disponibilità finanziaria, non è raro che l’imprenditore cerchi di riequilibrare la situazione ricorrendo a correzioni di bilancio. Svalutazioni, accantonamenti, ammortamenti anticipati o altre scelte “creative” diventano strumenti per ridurre l’utile dichiarato. Ma queste manovre, se da un lato riducono il carico fiscale nell’immediato, dall’altro minano la credibilità dell’impresa di fronte alle banche. Gli istituti di credito valutano i bilanci con modelli standardizzati, che analizzano indicatori di solvibilità e redditività. Una contabilità alterata, anche solo parzialmente, fa scendere il rating, complica il rinnovo degli affidamenti e può persino portare alla perdita della controgaranzia statale del Fondo di Garanzia per le PMI, rendendo più difficile e costoso accedere al credito.

Il rischio, però, non si ferma qui. Se l’impresa scivola in una situazione di crisi e approda a una procedura concorsuale, come una liquidazione giudiziale o un concordato, le scelte gestionali che hanno impoverito il patrimonio possono ricadere sugli amministratori stessi. Il Codice Civile prevede che, in caso di danno ai creditori sociali derivante da cattiva gestione, gli amministratori rispondano con il proprio patrimonio personale. Se poi le correzioni di bilancio sono state utilizzate per ottenere affidamenti bancari o nascondere difficoltà finanziarie, il confine con i reati diventa sottile: le false comunicazioni sociali, la bancarotta fraudolenta o, nei casi più estremi, la truffa ai danni delle banche possono trasformare un comportamento imprudente in un vero e proprio incubo legale.

A conti fatti, l’illusione di ottenere un beneficio immediato attraverso l’uso eccessivo di spese poco deducibili rischia di costare molto più cara di quanto sembri. Il carico fiscale sproporzionato, la perdita di affidabilità verso gli istituti di credito e i rischi legali per gli amministratori trasformano quello che appare come un vantaggio in un boomerang pericoloso. Una pianificazione fiscale e finanziaria equilibrata, basata su strumenti leciti e trasparenti come leasing, incentivi fiscali o una gestione accurata del capitale circolante, è spesso l’unica strada per evitare di compromettere la stabilità dell’impresa e la serenità dell’imprenditore stesso.

Noi siamo pronti, Voi?

Articolo di Marco Simontacchi

29/07/2025

Il Rating MCC Cruciale per le PMI

Nel contesto del credito alle imprese, il rating MCC (Mediocredito Centrale) riveste un ruolo strategico di primaria importanza per la continuità finanziaria delle PMI italiane. Non si tratta solo di un parametro formale o burocratico, ma di un indicatore sostanziale che determina l’accessibilità e la sostenibilità del credito, influenzando in modo diretto la capacità di ottenere nuova finanza e, soprattutto, di rinnovare le linee esistenti.

Il Rating MCC è una valutazione sintetica elaborata secondo i criteri stabiliti dal Fondo di Garanzia per le PMI, istituito con legge n. 662/1996 e successive modifiche. Questa valutazione combina indicatori quantitativi, patrimoniali, reddituali e finanziari e qualitativi, assetti organizzativi, andamentali, settore di attività, presenza di piani industriali per classificare le imprese in classi di merito creditizio che vanno dalla migliore (F1) alla peggiore (F12).

Questa classificazione è determinante per l’ammissibilità alla garanzia pubblica, sia in forma diretta (tramite MCC) che indiretta, attraverso l’intermediazione di Confidi. La soglia critica è rappresentata dal rating F9oltre tale livello, l’impresa non risulta più controgarantibile, indipendentemente dalla sua Centrale Rischi o dal comportamento passato nei confronti degli istituti di credito.

Fonte normativa: Decreto del MISE 12 febbraio 2019, aggiornato dal DM 6 marzo 2017 e successive integrazioni, concernente le modalità di accesso e i criteri di valutazione del Fondo di Garanzia.

In molti casi, può sembrare controintuitivo: un’impresa che presenta un business plan solido, con prospettive di crescita credibili e talvolta anche una situazione patrimoniale equilibrata, può comunque essere tagliata fuori dal sistema del credito.

Come è possibile? La spiegazione risiede nel meccanismo di garanzia che oggi sostiene gran parte dell’intermediazione creditizia alle PMI.

Oggi la maggioranza degli affidamenti è assistita da forme di garanzia pubblica, diretta o indiretta. La garanzia, infatti, non tutela solo l’accesso al credito: è ormai una precondizione operativa per la concessione e, ancora più spesso, per il rinnovo delle linee di fido esistenti. In assenza di controgaranzia MCC o tramite Confidi aderenti, gli istituti non hanno convenienza economica o regole prudenziali tali da mantenere attivi i rapporti creditizi.

La soglia F9 agisce come un confine invalicabile: una volta superato, non solo si chiude la possibilità di ottenere nuovo credito, ma si espone l’impresa al rischio concreto che gli affidamenti in essere non vengano più rinnovati.

È il tipico meccanismo del “credit crunch selettivo”: non serve una Centrale Rischi negativa o un default formale per trovarsi in crisi. Basta non essere più garantibili.

E questo ha effetti devastanti sul capitale circolante: senza la possibilità di rifinanziare lo scoperto, la linea di anticipo fatture o lo smobilizzo crediti, l’impresa si ritrova improvvisamente illiquida, con conseguente blocco operativo, mancato pagamento dei fornitori, e – in breve – possibile insolvenza.

Questo scenario mostra chiaramente come il monitoraggio del rating MCC non sia una questione accessoria o meramente “finanziaria”, ma un elemento centrale di gestione strategica per qualsiasi PMI.

Non basta quindi lavorare su margini, fatturato o utile netto. È necessario monitorare costantemente gli indici utilizzati dal sistema MCC.

Inoltre, vanno curati gli aspetti qualitativi come l’adeguatezza degli assetti organizzativi e il presidio della gestione finanziaria, così come richiesto anche dall’art. 2086 c.c., nella sua formulazione aggiornata in seguito al Codice della Crisi d’Impresa.

Non esiste oggi una gestione d’impresa efficace che possa prescindere da un controllo attivo del proprio rating MCC. L’imprenditore e il CFO devono assumere un ruolo proattivo, implementando un cruscotto di indicatori predittivi e modelli di simulazione in grado di prevenire il superamento delle soglie critiche.

La perdita di controgaranzia può innescare un effetto domino capace di mandare in crisi anche imprese redditizie e con portafoglio ordini in crescita. Per questo motivo, la conoscenza e la gestione dei meccanismi di garanzia pubblica devono entrare nella cultura d’impresa, esattamente come il controllo di gestione o la pianificazione industriale.

Noi siamo pronti, Voi?

Articolo di Marco Simontacchi

08/07/2025

Centrale Rischi: Cuore Invisibile della Solidità Finanziaria di una PMI

In un contesto economico sempre più esigente e selettivo, la gestione della tesoreria e degli affidamenti bancari non può più essere considerata una semplice funzione amministrativa. Per una piccola o media impresa, rappresenta un autentico snodo strategico capace di determinare l’accesso al credito, la continuità operativa e, in ultima analisi, la sopravvivenza sul mercato. In questo scenario, la Centrale dei Rischi della Banca d’Italia si configura come uno degli strumenti più delicati e al contempo più sottovalutati nella governance finanziaria di un’impresa.

La Centrale dei Rischi (CR) è un sistema informativo pubblico gestito dalla Banca d’Italia, nel quale confluiscono le informazioni che banche e altri intermediari finanziari segnalano mensilmente riguardo ai crediti concessi e alle garanzie ricevute. Per ogni soggetto segnalato (persona fisica o giuridica), vengono tracciati gli utilizzi degli affidamenti, i ritardi nei pagamenti, gli sconfinamenti non autorizzati, le sofferenze e altri eventi significativi. Non si tratta di un semplice archivio passivo: i dati raccolti alimentano direttamente i sistemi di valutazione del rischio di credito delle banche e influiscono sul cosiddetto “rating” aziendale, spesso in misura predominante rispetto ad altri parametri.

Infatti, nelle PMI, dove l’accesso a informazioni pubbliche e bilanci solidi può essere limitato o poco aggiornato, l’analisi andamentale – ovvero il comportamento effettivo dell’impresa nel rapporto con il credito – può pesare sino all’85% nella determinazione del merito creditizio. La CR diventa quindi il “referto clinico” della salute finanziaria di un’azienda, e come tale deve essere monitorato e, quando necessario, curato.

Un aspetto che molte PMI tendono a trascurare è la gestione consapevole e proattiva degli affidamenti bancari: fidi di cassa, anticipi su fatture, mutui e leasing devono essere gestiti con rigore, evitando sconfinamenti anche minimi e ritardi nei pagamenti. Anche un solo mese di sforamento può essere segnalato e incidere negativamente nella CR. Ed è proprio in questo passaggio che si innesta la necessità di una tesoreria evoluta, in grado di pianificare i flussi di cassa, bilanciare entrate e uscite, gestire gli scadenzari e ottimizzare l’utilizzo delle linee di credito.

Molte aziende si ritrovano in difficoltà non per mancanza di redditività, ma per squilibri di liquidità temporanei che non vengono intercettati in tempo. Il risultato? Segnalazioni in CR, peggioramento del rating, aumento degli spread sui finanziamenti, chiusura delle linee di credito o – nel peggiore dei casi – rifiuto di rinnovo degli affidamenti.

La CR ha anche un’altra insidia, meno visibile ma non meno pericolosa: le segnalazioni indebite o errate da parte delle banche. Secondo dati raccolti da associazioni di tutela del credito e da indagini di settore, si stima che circa il 2-5% delle posizioni presenti in CR possa contenere errori, spesso causati da problemi tecnici, interpretazioni normative divergenti o semplici disattenzioni procedurali.

Le conseguenze per una PMI possono essere molto serie: un errore nella segnalazione di una sofferenza o di uno sconfinamento può compromettere la reputazione finanziaria dell’impresa, precludere l’accesso a nuove linee di credito o far scattare revisioni peggiorative delle condizioni contrattuali. Non è raro che, a seguito di accertamenti, l’intermediario debba rettificare o annullare le segnalazioni errate, ma nel frattempo il danno d’immagine e operativo è già avvenuto.

Esistono anche numerosi casi finiti in sede giudiziaria, nei quali le imprese hanno richiesto risarcimenti danni per segnalazioni indebitamente trasmesse, con esiti a volte favorevoli. Tali eventi rendono evidente quanto sia strategico istituire un presidio periodico di verifica delle segnalazioni in CR.

La Banca d’Italia consente a qualsiasi soggetto di accedere gratuitamente alla propria posizione nella Centrale dei Rischi tramite richiesta telematica o cartacea. È fortemente consigliato effettuare tale verifica con cadenza almeno trimestrale. In caso di anomalia, il primo passaggio è contattare direttamente l’intermediario che ha effettuato la segnalazione. Se la risposta è insoddisfacente o l’errore non viene corretto, è possibile presentare un reclamo alla banca o un esposto alla Banca d’Italia.

Inoltre, è possibile adire l’Arbitro Bancario Finanziario (ABF), organismo di risoluzione alternativa delle controversie, che si è già espresso in passato con sentenze favorevoli alle imprese in caso di segnalazioni non dovute. Ma, ancora prima della reazione, è la prevenzione a fare la differenza: un consulente finanziario esterno o un temporary CFO esperto in gestione andamentale e in compliance può rappresentare un investimento altamente strategico per la tutela del merito creditizio dell’impresa.

La Centrale dei Rischi non è un nemico, ma uno specchio estremamente fedele della disciplina gestionale di un’impresa. Non basta produrre valore, servono rigore, metodo e consapevolezza nella relazione con il credito. Monitorare la propria posizione in CR, evitare comportamenti finanziari disordinati, correggere rapidamente eventuali errori e gestire in modo attento tesoreria e affidamenti è una forma evoluta di leadership finanziaria.

Per una PMI, tutto questo significa non solo evitare problemi, ma creare un vantaggio competitivo durevole. La fiducia, nel mondo del credito, non è solo una questione di parole, ma di numeri. E la Centrale dei Rischi è il luogo in cui quei numeri vengono pesati, valutati e giudicati.

Noi siamo pronti, Voi?

Articolo di Marco Simontacchi

21/05/2025

Bilanciamento tra utili e fiscalità

Il bilanciamento tra giusti utili e tassazione è cruciale per valutare la salute finanziaria di una piccola e media impresa (PMI). Ecco alcuni aspetti chiave da considerare.

Profitto Netto: Il profitto netto è un indicatore fondamentale della capacità di un’impresa di generare reddito oltre a coprire tutte le sue spese, inclusi i costi variabili e fissi e le tasse. Un profitto netto consistente e in crescita nel tempo è spesso segno di una gestione aziendale efficace.

Tassazione: Le PMI devono ottimizzare la loro struttura fiscale per minimizzare il carico fiscale legale, massimizzando così gli utili disponibili per reinvestimenti e distribuzioni agli azionisti. Le strategie possono includere l’utilizzo di deduzioni fiscali, crediti e incentivazioni locali per le imprese.

Margine Operativo e Margine Netto: Il margine operativo mostra quanto un’azienda guadagna prima di interessi e tasse (EBIT) rispetto alle vendite totali. Il margine netto, d’altra parte, indica quanto un’azienda guadagna dopo aver pagato tasse e interessi rispetto alle vendite totali. PMI con margini consistentemente alti tendono a essere più stabili e in salute.

Flussi di Cassa Operativi: Un’altra misura critica della salute di una PMI è la generazione di flussi di cassa dai suoi operativi. La capacità di generare cassa in modo consistente è essenziale per il sostentamento delle operazioni quotidiane, senza dipendere eccessivamente dal debito.

Struttura del Capitale: Le PMI sane mantengono un equilibrio sostenibile tra debito e capitale proprio. Un alto livello di debito può erodere la redditività a causa degli interessi passivi e aumentare il rischio finanziario.

Sostenibilità e Crescita a Lungo Termine: Le decisioni aziendali dovrebbero mirare non solo a massimizzare gli utili nel breve termine ma anche a garantire la crescita e la sostenibilità a lungo termine. Investire in innovazione, sviluppo del personale, e tecnologie può aiutare a mantenere l’azienda competitiva.

Conformità Regolatoria e Fiscale: Una PMI in salute mantiene una rigorosa aderenza alle leggi e regolamenti, compresa la conformità fiscale. La trasparenza e la correttezza fiscale non solo evitano problemi legali ma costruiscono anche fiducia con stakeholder e istituzioni finanziarie.

Una PMI in salute mostra un equilibrio tra una gestione efficace degli utili e una gestione ottimale del carico fiscale, mantenendo allo stesso tempo un’attenzione strategica sulla crescita sostenibile e la conformità normativa. Analizzare questi aspetti può fornire un quadro chiaro della stabilità finanziaria e delle prospettive di un’azienda.

Mortificare gli utili per pagare meno tasse può sembrare una strategia vantaggiosa nel breve termine, ma presenta diversi rischi e conseguenze negative che possono impattare la salute finanziaria e la credibilità di una piccola e media impresa (PMI) nel lungo termine. Ecco alcuni motivi per cui questa pratica può essere pericolosa.

Limitazione della Capacità di Crescita: Ridurre artificialmente gli utili limita la quantità di capitale disponibile per reinvestimenti nell’impresa. Questo può significare minori fondi per ricerca e sviluppo, espansione delle operazioni, miglioramento delle infrastrutture o assunzione di personale qualificato. A lungo termine, questo può ridurre la competitività e la capacità dell’azienda di adattarsi ai cambiamenti del mercato.

Accesso al Credito Compromesso: Le banche e altri finanziatori esaminano i rendiconti finanziari delle imprese per valutare la loro salute finanziaria prima di concedere prestiti o linee di credito. Utili più bassi possono tradursi in una minore capacità di ottenere finanziamenti esterni, poiché l’azienda appare meno redditizia e quindi più rischiosa da finanziare e sicuramente un costo del denaro sensibilmente maggiore, fattore che incide spesso più del supposto “risparmio” fiscale.

Valutazione Aziendale Ridotta: Gli investitori valutano le prospettive di un’azienda basandosi sui suoi utili tra altri fattori. Se gli utili sono sistematicamente ridotti, l’azienda può essere valutata meno attraente per gli investimenti, riducendo così la possibilità di attirare capitali esterni o di valutare positivamente l’azienda in una vendita o fusione.

Rischi Legali e di Conformità: Se la mortificazione degli utili implica pratiche contabili discutibili o manipolazione dei libri contabili, l’azienda può incorrere in rischi legali significativi. Questo include sanzioni, multe, e danni alla reputazione che possono derivare da ispezioni fiscali e altri controlli regolatori.

Danno alla Reputazione: La percezione di integrità e affidabilità di un’azienda è cruciale per stabilire relazioni positive con clienti, fornitori e partner. Pratiche finanziarie percepite come ingannevoli o non etiche possono danneggiare la reputazione dell’azienda, influenzando negativamente le relazioni d’affari e la fedeltà dei clienti.

Impatto sui Dipendenti e la Cultura Aziendale: Una gestione finanziaria percepita come impropria o a corto termine può demotivare i dipendenti e influenzare negativamente la cultura aziendale. Questo può portare a una diminuzione della produttività e a difficoltà nel mantenere o attrarre talenti.

Mortificare gli utili per ridurre la tassazione può avere impatti negativi significativi sulla capacità di una PMI di crescere, ottenere finanziamenti, e mantenere una buona reputazione nel lungo termine. È quindi consigliabile per le imprese perseguire strategie di crescita sostenibili e conformi alla legge per garantire la loro salute e stabilità finanziaria a lungo termine.

Noi siamo pronti, Voi?

Articolo di Marco Simontacchi

17/04/2024

La consulenza strategica: un ruolo cruciale.

La consulenza strategica mira a massimizzare l’efficienza fiscale, cercando di ridurre l’imposizione fiscale legittimamente attraverso piani fiscali efficaci. Questo può includere la scelta di regimi fiscali vantaggiosi o la pianificazione di investimenti in modo da massimizzare i benefici fiscali disponibili passando anche attraverso una strutturazione strategica di gruppo.

I consulenti strategici eseguono un’attenta analisi dei rischi finanziari e contabili. Ciò include la valutazione dei possibili impatti di eventi imprevisti sulle finanze aziendali. Tale valutazione consente di sviluppare strategie di mitigazione dei rischi e di prepararsi a eventuali scenari negativi.

La redazione di note integrative richiede una comunicazione chiara e trasparente con gli stakeholder. Un consulente strategico può aiutare a tradurre i dati finanziari complessi in informazioni comprensibili, fornendo una visione chiara della salute finanziaria dell’azienda.

La consulenza strategica si estende oltre la semplice compilazione di documenti contabili. Include anche la pianificazione finanziaria a lungo termine, aiutando l’azienda a sviluppare obiettivi finanziari sostenibili nel tempo e ad adottare strategie adeguate per raggiungerli.

Essa può essere fondamentale nella preparazione e presentazione del bilancio alle autorità di regolamentazione, agli investitori e ad altri stakeholder. La capacità di presentare in modo convincente le informazioni finanziarie contribuisce a creare fiducia nella gestione aziendale.

La consulenza strategica è essenziale per garantire che i bilanci e le note integrative siano redatti in modo accurato, in conformità con le leggi vigenti e in grado di comunicare in modo efficace la situazione finanziaria dell’azienda agli stakeholder.

 

Riveste un ruolo cruciale nell’ottimizzazione del rating aziendale e nella gestione degli approvvigionamenti finanziari.

Analisi approfondita della situazione finanziaria Un consulente strategico può condurre un’analisi dettagliata della situazione finanziaria dell’azienda. Questa valutazione comprende la revisione delle performance finanziarie passate, la struttura del capitale, l’indebitamento e altri indicatori chiave che influenzano il rating.

Pianificazione finanziaria a lungo termine La consulenza strategica è fondamentale nella definizione di una pianificazione finanziaria a lungo termine. Ciò include la definizione di obiettivi finanziari, la gestione della liquidità e la pianificazione degli investimenti, tutti fattori che impattano positivamente il rating aziendale.

Ottimizzazione della struttura finanziaria I consulenti strategici possono lavorare per ottimizzare la struttura finanziaria dell’azienda. Questo potrebbe coinvolgere la gestione del debito, la strutturazione di operazioni finanziarie vantaggiose e la valutazione delle opportunità per migliorare l’efficienza finanziaria complessiva.

Comunicazione efficace con le istituzioni finanziarie La consulenza strategica è essenziale per comunicare in modo chiaro e convincente con le istituzioni finanziarie. Una comprensione approfondita delle dinamiche finanziarie aziendali consente di presentare i dati in modo favorevole, migliorando le probabilità di ottenere un rating più alto.

Valutazione dei rischi finanziari I consulenti possono aiutare a identificare e mitigare i rischi finanziari che potrebbero influenzare negativamente il rating. Ciò include una valutazione approfondita dei rischi legati al settore, alla concorrenza e a fattori macroeconomici che possono impattare sulle prospettive finanziarie.

Gestione degli approvvigionamenti finanziari La consulenza strategica è fondamentale per la gestione efficiente degli approvvigionamenti finanziari. Ciò implica la pianificazione accurata delle fonti di finanziamento, la gestione delle relazioni con le istituzioni finanziarie e la negoziazione di condizioni favorevoli per i prestiti o altre forme di finanziamento.

In sintesi, è un elemento chiave per garantire un rating aziendale ottimale e una gestione finanziaria efficace. Attraverso un approccio strategico e una comprensione approfondita delle dinamiche finanziarie, i consulenti possono contribuire significativamente al successo finanziario a lungo termine delle imprese.

 

L’analogia tra la consulenza strategica e le sinapsi nei neuroni è interessante e può aiutare a illustrare il ruolo cruciale della consulenza strategica nelle informazioni finanziarie e fiscali.

Trasmissione di informazioni Le sinapsi nei neuroni sono i punti di connessione attraverso i quali le informazioni vengono trasmesse da un neurone all’altro. Allo stesso modo, la consulenza strategica agisce come un punto di connessione tra i dati finanziari e fiscali di un’azienda, facilitando la trasmissione di informazioni chiave.

Integrazione delle informazioni Nei neuroni, le sinapsi sono responsabili di integrare e processare le informazioni. Analogamente, la consulenza strategica integra dati finanziari e fiscali, analizzandoli in modo approfondito per fornire una comprensione chiara della situazione aziendale.

Velocità ed efficienza Le sinapsi permettono una trasmissione rapida e mirata delle informazioni tra neuroni. Nello stesso modo, la consulenza strategica lavora per garantire che le informazioni finanziarie e fiscali vengano trasmesse in modo efficiente e tempestivo, permettendo una presa di decisioni informata.

Adattabilità e apprendimento Le sinapsi sono fondamentali per l’apprendimento e l’adattabilità del sistema nervoso. La consulenza strategica, attraverso l’analisi continua dei dati finanziari e fiscali, contribuisce all’apprendimento aziendale, consentendo l’adattamento alle mutevoli condizioni del mercato e delle normative.

Trasmissione di segnali chiave Nelle sinapsi, i segnali vengono trasmessi in risposta a stimoli specifici. La consulenza strategica, simile a questo processo, identifica segnali chiave nei dati finanziari e fiscali, aiutando l’azienda a rispondere prontamente a opportunità o sfide.

Facilitazione della comunicazione Le sinapsi facilitano la comunicazione tra neuroni. Analogamente, la consulenza strategica facilita la comunicazione e la comprensione tra diverse parti interessate aziendali, traducendo dati complessi in informazioni comprensibili.

L’analogia tra la consulenza strategica e le sinapsi nei neuroni sottolinea il ruolo fondamentale che la consulenza svolge nel collegare, elaborare e trasmettere informazioni finanziarie e fiscali all’interno di un’organizzazione, consentendo un funzionamento sinergico e adattabile nel contesto aziendale.

Noi siamo pronti, Voi?

Articolo di Marco Simontacchi

25/12/2023

Il Bilancio di Sostenibilità

Il bilancio di sostenibilità, anche noto come bilancio sociale o bilancio ambientale, è uno strumento di rendicontazione che valuta le prestazioni di un’organizzazione non solo dal punto di vista finanziario, ma anche sotto il profilo sociale, ambientale ed etico. Esso fornisce una panoramica completa delle attività e degli impatti di un’azienda o un’organizzazione nei confronti della sostenibilità.

Il bilancio di sostenibilità solitamente comprende tre dimensioni principali:

Ambientale: Valuta gli impatti dell’organizzazione sull’ambiente, inclusi consumi di risorse naturali, emissioni di gas serra, produzione di rifiuti e altre attività che influenzano l’ecosistema.

Sociale: Esamina l’impatto dell’organizzazione sulle persone, considerando aspetti come la responsabilità sociale d’impresa, la gestione delle risorse umane, la diversità e l’inclusione, la salute e sicurezza dei lavoratori, e le relazioni con la comunità.

Economica: Riguarda l’analisi delle performance finanziarie dell’organizzazione, includendo dati relativi ai profitti, agli investimenti, alla creazione di valore economico e alla gestione dei rischi finanziari.

Il bilancio di sostenibilità è un importante strumento per dimostrare l’impegno di un’organizzazione nei confronti della responsabilità sociale e ambientale. In molti casi, le aziende adottano standard internazionali come il Global Reporting Initiative (GRI) per strutturare e comunicare le informazioni nel bilancio di sostenibilità.

La sua elaborazione richiede la raccolta di dati accurati e affidabili su tutte e tre le dimensioni, il coinvolgimento di diverse funzioni aziendali e la trasparenza nella comunicazione delle informazioni. Un bilancio di sostenibilità ben redatto può influenzare positivamente la reputazione di un’organizzazione, attirare investimenti responsabili e favorire la fiducia degli stakeholder.

Secondo quanto emanato dalla Direttiva UE 2022/2464 pubblicata il 16 dicembre 2022, che va a rivedere e modificare la precedente Direttiva UE 2013/34, relativa all’obbligo di “comunicazioni di informazioni di carattere non finanziario” da parte di aziende di grandi dimensioni, si fa presente che dal 2024 la rendicontazione societaria di sostenibilità (Corporate Sustainability Reporting Directive – CSRD) diventerà obbligatoria per tutte le aziende con più di 250 dipendenti, un fatturato superiore ai 50 milioni di euro e un bilancio annuo di almeno 43 milioni.

Nel bilancio di sostenibilità, dovranno essere contenute informazioni su:

  • modello di business e strategie aziendali in materia di sostenibilità;
  • ruolo assunto dagli organi di amministrazione relativamente alla governance dei temi ESG;
  • rapporti con gli stakeholders ed impatto di questi in ambito di sostenibilità;
  • criteri e approcci utilizzati nella gestione dei rischi;
  • descrizione della due diligence in tema ESG;
  • utilizzo di standard di rendicontazione europei uguali per tutte le aziende in funzione della grandezza e del fatturato.

In generale, l’adozione del bilancio di sostenibilità è un passo significativo verso un approccio olistico e responsabile alle attività aziendali e lo strumento per sviluppare e consolidare la Green Reputationaziendale.

Noi siamo pronti, Voi?

Articolo di Marco Simontacchi

13/12/2023

Immobilizzazioni Immateriali

I beni immateriali devono essere contabilizzati nella voce “Immobilizzazioni Immateriali” in sede di bilancio. Includono asset come avviamento, brevetti, marchi, licenze, diritti d’autore e software. Questi beni hanno un valore economico, ma non hanno una forma fisica tangibile. Pertanto, vanno distinti dai beni materiali (come terreni, edifici, macchinari), che sono classificati in altre categorie di immobilizzazioni.

L’inserimento di beni immateriali nelle immobilizzazioni immateriali consente all’azienda di registrare e monitorare in modo adeguato il valore di tali asset nel corso del tempo. La contabilizzazione di questi beni in modo accurato è importante per riflettere correttamente la situazione finanziaria dell’azienda nel bilancio.

Le immobilizzazioni immateriali vanno ammortizzate nel corso del tempo, poiché perdono valore economico con il passare degli anni. L’ammortamento è la ripartizione sistematica del costo delle immobilizzazioni immateriali su una base temporale, riflettendo il consumo di valore durante il periodo utile dell’asset. Il metodo di ammortamento dipende dalla natura specifica dell’immobilizzazione immateriale e dalle normative contabili adottate dall’azienda.

Ecco alcuni dei metodi più comuni di ammortamento per le immobilizzazioni immateriali:

Ammortamento lineare: Si tratta del metodo più semplice. L’importo dell’ammortamento è costante per ogni periodo contabile. La formula per il calcolo dell’ammortamento lineare è:

Ammortamento lineare =                                                                                                                                    (Costo dell’immobilizzazione immateriale−Valore residuo)/(Periodo utile dell’immobilizzazione immateriale)

Ammortamento per quote fisse: In questo metodo, una percentuale fissa del costo originale viene ammortizzata ogni anno. La formula è simile a quella dell’ammortamento lineare, ma si applica a una percentuale fissa del costo.

Ammortamento per quote fisse =                                                                                                                       (Costo dell’immobilizzazione immateriale)×(Percentuale di ammortamento)/100

Ammortamento accelerato: Questo metodo prevede un ammortamento più rapido nelle prime fasi della vita utile dell’immobilizzazione immateriale. Ciò riflette il fatto che la maggior parte del valore economico viene consumato nei primi anni.

Ammortamento accelerato =                                                                                                                                Saldo iniziale×(Tasso di ammortamento accelerato)/100

La scelta del metodo di ammortamento dipende dalle politiche contabili adottate dall’azienda e dalle normative fiscali vigenti. È importante che l’azienda documenti chiaramente la politica di ammortamento utilizzata nel bilancio e che segua coerentemente tale politica nel tempo.

La contabilizzazione delle immobilizzazioni immateriali ha diversi effetti sul bilancio di un’azienda. Ecco come vengono riflesse nel bilancio:

Attivo immobilizzato: Le immobilizzazioni immateriali sono registrate come attivo immobilizzato nel bilancio. Rappresentano risorse a lungo termine che sono utilizzate nell’attività aziendale per generare reddito nel corso del tempo. L’importo registrato corrisponde al costo originale dell’immobilizzazione immateriale.

Ammortamento Accumulato: Nel corso del tempo, l’ammortamento accumulato aumenterà, riflettendo la parte del valore dell’immobilizzazione immateriale che è stata consumata nel corso degli anni. L’ammortamento riduce il valore contabile netto dell’immobilizzazione immateriale nel bilancio.

Valore Netto Contabile: Il valore netto contabile di un’immobilizzazione immateriale è dato dal suo costo originale meno l’ammortamento accumulato. Questo valore rappresenta il valore contabile residuo dell’immobilizzazione immateriale nel bilancio.

Impatto sui Profitti: L’ammortamento delle immobilizzazioni immateriali influisce direttamente sul calcolo del reddito netto. Poiché l’ammortamento è una spesa, riduce il reddito netto dell’azienda. Tuttavia, l’ammortamento è una spesa non monetaria, poiché rappresenta solo la riduzione del valore contabile dell’immobilizzazione immateriale nel bilancio.

Cash Flow e Liquidità: La contabilizzazione delle immobilizzazioni immateriali non influenza direttamente il flusso di cassa. Tuttavia, l’ammortamento può avere un impatto sui flussi di cassa imponibili, poiché l’ammortamento può essere dedotto fiscalmente.

Rispetto ai criteri di valutazione: Le immobilizzazioni immateriali devono essere valutate secondo i principi contabili in vigore nell’ambito delle norme contabili nazionali o internazionali (ad esempio, IFRS). La valutazione iniziale e la revisione periodica delle immobilizzazioni immateriali sono essenziali per riflettere accuratamente il loro valore nel bilancio.

La contabilizzazione delle immobilizzazioni immateriali impatta sull’attivo dell’azienda, sull’ammontare dei profitti dichiarati e sulla liquidità aziendale nel lungo termine. È importante gestire accuratamente questi elementi per garantire una rappresentazione precisa della situazione finanziaria dell’azienda nel bilancio.

Gli ammortamenti, sebbene rappresentino un modo appropriato per distribuire il costo degli asset lungo il tempo, possono avere alcuni effetti negativi o considerazioni da tenere in considerazione nei bilanci delle aziende.

Riduzione del Reddito Netto: Gli ammortamenti sono considerati spese non monetarie che riducono il reddito netto dell’azienda. Questo può influenzare negativamente la percezione degli investitori e degli analisti finanziari sulla redditività dell’azienda, specialmente se non vengono considerate le componenti non monetarie delle spese.

Impatto sui Ratio Finanziari: La riduzione del reddito netto a causa degli ammortamenti può influenzare diverse misure chiave delle prestazioni finanziarie, come il rapporto di copertura degli interessi e il margine di profitto netto. Questi parametri sono importanti per valutare la salute finanziaria di un’azienda, e una riduzione del reddito netto può influire negativamente su tali indicatori.

Possibile Sottostima del Valore degli Asset: Poiché gli ammortamenti riducono il valore contabile degli asset nel bilancio, potrebbero sottostimare il valore effettivo degli asset dell’azienda nel caso in cui il loro valore di mercato sia superiore al valore contabile. Questo potrebbe non riflettere accuratamente la loro contribuzione alla creazione di valore per l’azienda.

Impatto sulla Distribuzione dei Dividendi: La riduzione del reddito netto a causa degli ammortamenti può influenzare la decisione della società di distribuire dividendi. Una riduzione dei profitti può portare a dividendi più bassi o a una decisione di non distribuirli affatto.

Debito Netto e Copertura degli Interessi: Una riduzione del reddito netto può influire sulla capacità di un’azienda di coprire i suoi interessi sul debito. Ciò può avere implicazioni sulla percezione della solvibilità e della stabilità finanziaria da parte degli investitori e dei creditori.

Effetti Fiscali: Mentre gli ammortamenti riducono il reddito contabile, possono anche influenzare positivamente la situazione fiscale dell’azienda. Tuttavia, è importante considerare che gli ammortamenti fiscali possono differire dagli ammortamenti contabili, e le differenze possono avere implicazioni sul pagamento delle tasse in futuro.

Pur essendo un aspetto contabile necessario, gli ammortamenti possono avere impatti negativi su vari aspetti del bilancio e delle valutazioni finanziarie dell’azienda. La chiave è bilanciare accuratamente la rappresentazione contabile degli ammortamenti con la comprensione del valore reale degli asset e degli impatti sulle prestazioni finanziarie.

Noi ci siamo, Voi?

Articolo di Marco Simontacchi

28/011/2023

L’Importanza delle Note Integrative al Bilancio

Le note integrative al bilancio sono una componente fondamentale di qualsiasi documento finanziario aziendale. Benché spesso trascurate dai meno esperti, queste annotazioni forniscono una panoramica dettagliata delle attività finanziarie di un’azienda, offrendo chiarezza e trasparenza. Svolgono un ruolo cruciale nel contesto della comunicazione finanziaria.

Spiegazione dei Principi Contabili: Le note integrative offrono un contesto essenziale per comprendere gli accordi contabili adottati dall’azienda. Queste spiegazioni dettagliate aiutano gli stakeholder a capire le scelte contabili effettuate e forniscono una base per valutare l’attendibilità dei dati presentati nel bilancio.

Dettagli sulle Politiche Contabili: Le note integrative forniscono informazioni approfondite sulle politiche contabili adottate dall’azienda. Ciò è cruciale per capire come vengono rilevati e valutati gli elementi nel bilancio, come ad esempio gli immobili, gli investimenti e gli ammortamenti. Senza queste informazioni, la comprensione accurata della situazione finanziaria dell’azienda sarebbe difficile.

Eventi Successivi alla Data di Bilancio: Le note integrative aggiornano gli stakeholder su eventi significativi che possono essere verificatisi dopo la data di chiusura del bilancio ma prima della sua pubblicazione. Queste informazioni forniscono una prospettiva aggiornata sulla situazione finanziaria dell’azienda e aiutano gli investitori a prendere decisioni informate.

Rivelazione dei Rischi e delle Incertezze: Le note integrative sono uno strumento essenziale per la rivelazione di rischi e incertezze che possono influenzare le operazioni future dell’azienda. Gli stakeholder possono valutare meglio la sostenibilità a lungo termine dell’azienda e prendere decisioni informate in merito agli investimenti.

Informazioni sul Capitale di Lavoro: Le note integrative forniscono dettagli sulla gestione del capitale di lavoro, inclusi dettagli sulle politiche di credito, le scadenze dei debiti e altre informazioni rilevanti. Queste informazioni sono cruciali per valutare la liquidità e la solidità finanziaria dell’azienda.

Dettagli sulle Parti Collegate: Le note integrative spesso rivelano transazioni con parti collegate, come le società affiliate o i dirigenti chiave. Queste informazioni sono importanti per identificare eventuali conflitti di interesse e garantire che le transazioni siano condotte in modo etico.

Le note integrative al bilancio sono un elemento essenziale per comprendere appieno la situazione finanziaria di un’azienda. Ignorarle significa perdere un’opportunità cruciale per ottenere una visione completa e dettagliata delle attività finanziarie e delle politiche contabili adottate. Gli investitori, analisti e altri stakeholder dovrebbero considerare attentamente queste annotazioni per prendere decisioni informate e sostenibili nel mondo finanziario sempre più complesso.

 

L’attenzione del mondo finanziario alle note integrative al bilancio sta crescendo, poiché gli investitori, gli analisti e gli altri attori del mercato riconoscono sempre più il valore di queste annotazioni dettagliate nel processo decisionale. Le note integrative offrono una visione approfondita della situazione finanziaria di un’azienda, andando oltre i dati numerici presentati nel bilancio. Evidenziamo l’importanza dell’attenzione dedicata a queste note:

Trasparenza e Chiarezza: Le note integrative contribuiscono a garantire la trasparenza e la chiarezza delle informazioni finanziarie. Investitori e analisti apprezzano aziende che forniscono dettagli chiari sulle loro politiche contabili, consentendo loro di valutare meglio la qualità e la sostenibilità dei risultati finanziari presentati.

Gestione dei Rischi: Nell’attuale ambiente finanziario, la gestione dei rischi è cruciale. Le note integrative rivelano informazioni dettagliate sui rischi e sulle incertezze che potrebbero influenzare l’andamento futuro dell’azienda. Gli investitori sono sempre più consapevoli della necessità di comprendere non solo i risultati passati, ma anche i potenziali ostacoli che potrebbero emergere.

Conformità Normativa e Standard Contabili Internazionali: Le note integrative sono spesso un punto chiave per dimostrare la conformità alle normative e agli standard contabili internazionali. Le aziende che forniscono informazioni complete e accurate attraverso le note integrative possono guadagnare fiducia da parte degli investitori internazionali e dimostrare un impegno verso le migliori pratiche contabili.

Decisioni di Investimento Informate: Gli investitori professionali stanno prestando sempre più attenzione alle note integrative per ottenere una comprensione più approfondita delle opportunità e dei rischi legati a un’azienda. Queste informazioni dettagliate sono fondamentali per prendere decisioni di investimento informate e per gestire in modo efficace il proprio portafoglio.

Impatto sull’Immagine Aziendale: La qualità delle note integrative può influenzare l’immagine complessiva di un’azienda. Un’attenzione accurata a queste annotazioni indica un impegno per la trasparenza e una volontà di condividere informazioni rilevanti con gli stakeholder. Al contrario, una scarsa qualità delle note integrative potrebbe sollevare dubbi sulla gestione aziendale e sulla sua volontà di comunicare apertamente.

Auditing e Verifica: Le note integrative sono spesso il punto focale durante l’auditing dei bilanci. Gli auditor esaminano attentamente queste annotazioni per confermare la correttezza delle rappresentazioni contabili e identificare eventuali aree di potenziale rischio.

L’attenzione crescente del mondo finanziario alle note integrative al bilancio riflette la consapevolezza della loro importanza nell’analisi finanziaria. Le aziende che riconoscono questo fatto e investono nella qualità delle loro annotazioni stanno contribuendo a creare un ambiente finanziario più trasparente, affidabile e orientato alla gestione responsabile delle risorse.

Noi siamo pronti, Voi?

Articolo di Marco Simontacchi

22/11/2023

Bilanci mensili SP e CE per la governance aziendale

La governance aziendale è un aspetto fondamentale per il successo e la sostenibilità di qualsiasi impresa. Una corretta governance assicura che le attività dell’azienda siano gestite in modo responsabile, etico ed efficiente, garantendo al contempo la trasparenza e l’accountability nei confronti degli stakeholder. In questo contesto, i bilanci mensili, lo stato patrimoniale e il conto economico dettagliati rivestono un ruolo cruciale.

Monitoraggio Finanziario Tempestivo. I bilanci mensili, lo stato patrimoniale e il conto economico dettagliati forniscono una panoramica accurata e tempestiva delle finanze aziendali. Consentono ai decisori aziendali di monitorare l’andamento finanziario in tempo reale, individuando rapidamente eventuali deviazioni o problemi. Questo è particolarmente importante per prendere decisioni correttive immediate e mitigare potenziali rischi.

Pianificazione e Budgeting. I bilanci mensili e i documenti finanziari dettagliati sono essenziali per la pianificazione finanziaria e la creazione di budget realistici. Gli obiettivi finanziari a breve e lungo termine possono essere stabiliti in base ai dati presenti in questi documenti. Le performance aziendali possono essere confrontate con le previsioni, consentendo ai responsabili di apportare modifiche alla strategia, se necessario.

Tracciabilità delle Performance. I bilanci mensili consentono di seguire da vicino le performance aziendali nel corso del tempo. Questo tracciamento aiuta a identificare tendenze, riconoscere stagionalità e comprendere come le decisioni passate abbiano influenzato l’andamento finanziario. Una maggiore consapevolezza delle dinamiche finanziarie può guidare l’azienda verso scelte più informate.

Comunicazione con gli Stakeholder. La trasparenza finanziaria è cruciale per mantenere la fiducia degli stakeholder, inclusi investitori, creditori, dipendenti e clienti. I bilanci mensili e i documenti finanziari dettagliati forniscono informazioni chiare e affidabili sulla salute finanziaria dell’azienda. Ciò rafforza la comunicazione con gli stakeholder e dimostra un impegno verso la responsabilità aziendale.

Identificazione delle Opportunità di Miglioramento. I dettagli contenuti nei bilanci mensili e nei documenti finanziari possono rivelare aree in cui l’azienda potrebbe migliorare l’efficienza operativa o ridurre i costi. L’analisi dettagliata dei costi e delle entrate può portare a decisioni informate sulla riduzione degli sprechi e sull’ottimizzazione delle risorse.

Conformità Regolamentare. La recente Legge 155 richiede alle imprese di redigere rapporti finanziari regolari per prevenire l’insorgere di eventuali crisi di insolvenza. La preparazione accurata di bilanci mensili, stato patrimoniale e conto economico dettagliati garantisce che l’azienda sia in linea con le richieste regolamentari e riduce il rischio di sanzioni o azioni legali, quali la responsabilità solidale degli organi amministrativi.

In sintesi, i bilanci mensili, lo stato patrimoniale e il conto economico dettagliati sono strumenti essenziali per la governance aziendale efficace. Forniscono informazioni critiche per il monitoraggio finanziario, la pianificazione strategica, la comunicazione con gli stakeholder e l’identificazione di opportunità di miglioramento. La creazione e l’analisi accurata di questi documenti contribuiscono a guidare l’azienda verso un successo a lungo termine. Va anche acquisita e sviluppata la capacità di leggere e interpretare i dati sapendo come declinarli e le eventuali ricadute, in bene o in male, su tutti gli interessati.

Noi siamo pronti, Voi?

Articolo di Marco Simontacchi

30/08/2023