Crediti commerciali croce e delizia

Una dilazione di pagamento genera un credito commerciale, avremo un fornitore che a fronte di un contratto obbliga un cliente a un corrispettivo a una o più determinate scadenze.

Mentre la prestazione è certa essendo già avvenuta, l’incasso prevede per sua natura un certo rischio tanto più alto quanto più è il tempo di dilazionamento.

Un rischio che ha due facce.

Una che ci riguarda direttamente, sia il fattore tempo che la parte di portafoglio che dilazioniamo dilata l’indice di rotazione dei crediti.

L’altra che riguarda i clienti, il rischio di insolvenza che è intrinseco e proprio di ciascun nostro cliente e che è direttamente influenzato anche dal tempo di incasso.

Siamo a nostra volta clienti di fornitori, quindi abbiamo a nostra volta delle dilazioni di pagamento che generano l’indice di rotazione dei debiti.

Se sommiamo agli indici di rotazione debiti/crediti i tempi di produzione e di giacenza media di magazzino avremo il nostro fabbisogno finanziario per approvvigionare l’azienda della liquidità necessaria.

Buona parte delle Micro e PMI ha un indice di rotazione debiti/crediti negativo tra i 30 e i 45 giorni se non oltre, generando un fabbisogno finanziario medio per supportare i crediti commerciali tra circa il 20% e il 30% del fatturato.

Vanno valutati i costi di approvvigionamento sul mercato, se non disponiamo di mezzi propri, nel qual caso parte dei nostri margini andranno a remunerare il capitale di terzi – lavoriamo per gli Istituti di Credito. Calcolando costi fissi e variabili di approvvigionamento potrebbe andarsene un 5% all’anno di quella percentuale di fatturato medio su cui siamo esposti.

Vanno valutati anche i rischi di insolvenza che in prima battuta generano dei costi finanziari ulteriori andando ad aumentare il fabbisogno finanziario. A seguire costi di recupero bonario o forzato del credito o nella peggiore delle ipotesi si somma la perdita del credito per default o per impossibilità di recupero.

I clienti esteri sono un doppio problema, non tutti i paesi o clienti sono accettati dal sistema per essere anticipati e oltre confine il recupero può non essere agevole o possibile, o più semplicemente antieconomico.

Per ogni problema esiste una soluzione, nel nostro caso ve ne sono diverse.

Va in prima battuta conosciuto il rischio legato al nostro cliente e deciso un plafond di affidabilità oltre il quale non andare. Tale rischio si chiama rating, e varia nel tempo, anche rapidamente.

Dobbiamo anche conoscere le regole del recupero del credito nel paese di residenza del debitore e l’accessibilità a tali procedure e i presumibili costi.

Dobbiamo avere corrispondenti in tali paesi che possano fare una eventuale sollecitazione e recupero in modo efficace e pronto.

Avere un margine di cassa sempre disponibile per far fronte ai ritardati pagamenti e agli insoluti.

A nostra volta dovremo curare che il nostro rating ci ponga verso i fornitori, anche e soprattutto di finanza, come credibili e degni delle migliori condizioni e dei plafond che ci permettano di prosperare. La nostra credibilità è anche misurata dalla bontà del portafoglio crediti commerciali.

Quanto sopra è un lavoro, quello del Credit Manager.

La buona notizia è che esistono soluzioni semplici, veloci non invasive né eccessivamente costose, che ci risolvano i problemi connessi alle dilazioni di pagamento rendendoci nel contempo liquidi i crediti commerciali.

A tutto favore della cassa, dell’indice di rotazione debiti/crediti, della composizione di bilancio e del rating. E dei nostri sonni tranquilli.

Le soluzioni possono essere diverse a seconda dei casi e delle particolarità sia del creditore che del debitore o della natura del credito e tutte passano dalla valutazione dei rating.

Oppure lasciamo tutto al caso, compresa la copertura finanziaria dei fabbisogni del delta tra pagamento fornitori, tempi di produzione/erogazione e tempi di incasso.

Se tutto va bene accenderemo un cero, altrimenti decideranno il destino della nostra impresa i fornitori o un commissario.

 

Noi siamo pronti, voi?

 

Articolo di Marco Simontacchi

19/03/2022