La magia del Team Building

Integrare le diversità si deve e si può ed è molto conveniente.

Chiariamo subito che integrazione non è omologazione, anzi è l’esaltazione stessa della diversità.

Ciascun essere umano è un insieme di valori e di credenze ad essi connesse che formano un punto di osservazione unico e irripetibile.

Ciò comporta che ciascuno di noi si specializza nel vedere un dato spettro di realtà prima e meglio di altro e dato spettro connota la propria visione della realtà.

Ne consegue che ciascuno di noi cerca inconsapevolmente tra le migliaia di stimoli che una situazione normalmente offre prevalentemente quelli che confortano la propria percezione del mondo.

Sarebbe a dire che ognuno vede una porzione di mondo tralasciando tutto il resto, come se non esistesse. Guai non fosse così, saremmo sopraffatti da un universo che non riusciremmo a contenere.

Il problema è che tendiamo a credere che il nostro modo di percepire la realtà sia universale e giusto, mentre non rappresenta che un frammento del tutto.

Tendiamo naturalmente a far “comunella” con chi ha una visione simile alla nostra e a diffidare o allontanare chi abbia una concezione della realtà diversa o antitetica alla nostra.

Pur essendo ciò istintivo, in un gruppo di lavoro siamo certi sia produttivo?

Avere tutti allineati alla stessa visione del mondo di certo rende l’ambiente più sereno. Altrettanto sicuramente sarà un ambiente di lavoro esposto al rischio di perdersi tutta una parte di realtà che può essere fondamentale al buon andamento dell’azienda, o addirittura essere la salvezza stessa.

Immaginiamo se fossimo tutti orientati alle opportunità con scarsa attenzione ai pericoli, rischieremmo sempre di prendere decisioni avventate. Servirebbe un “avvocato del diavolo” che ci metta in discussione enunciando tutti i rischi connessi a ciascuna scelta. Sarebbe probabilmente mal sopportato, tuttavia farebbe rivedere o correggere, in meglio, parecchie delle decisioni, e se si giungesse al successo senza troppi guai una buona parte del merito gli andrebbe riconosciuto.

Così c’è chi è più attento ai numeri mentre altri alle relazioni, altri ancora ai dettagli oppure al processo al contrario di quelli focalizzati sull’obiettivo.

Insomma, per fare un buon team occorrono persone con visioni e capacità estremamente diverse e vanno saputi integrare e gestire esaltando le specificità individuali incanalandole nei giusti ambiti.

Ciascun tipo di persona sarà più adatta ad uno specifico ruolo e compito, per cui si sentirà naturalmente portata e gratificata.

Fare Team building richiede capacità tecniche ed esperienza oltre che a un allenamento a saper individuare le persone giuste per il compito giusto, sapendole coordinare e integrare.

Come un direttore d’orchestra, da tanti suoni tra loro diversissimi saper trarre una sinfonia trascinante.

Noi siamo pronti, Voi?

 

Articolo di Marco Simontacchi

19/04/2022