Le fideiussioni soci nelle società di capitali

Le fideiussioni soci sono un tipo di garanzia personale fornita da uno o più soci per sostenere gli obblighi finanziari della società di capitali. Questa pratica può essere pericolosa per diversi motivi.

Quando un socio fornisce una fideiussione, si espone a una responsabilità personale illimitata per gli obblighi finanziari della società. Ciò significa che, se la società non è in grado di adempiere ai suoi debiti, il socio è tenuto a coprire la differenza con il proprio patrimonio personale.

La fideiussione espone il socio a un rischio finanziario significativo. Se la società fallisce o incontra difficoltà finanziarie, il socio potrebbe dover coprire debiti considerevoli, mettendo a rischio il proprio patrimonio personale.

I soci che forniscono fideiussioni potrebbero essere riluttanti a prendere rischi o a sostenere decisioni aziendali che potrebbero compromettere il loro patrimonio personale. Ciò potrebbe influenzare negativamente la dinamica decisionale all’interno della società.

La presenza di fideiussioni soci può scoraggiare potenziali nuovi soci dall’aderire alla società, poiché potrebbero essere riluttanti ad assumersi responsabilità finanziarie illimitate.

La presenza di fideiussioni può complicare la governance aziendale. I soci che forniscono fideiussioni potrebbero essere inclini a esercitare un controllo più stretto sulle decisioni aziendali per proteggere i propri interessi finanziari, creando tensioni all’interno della società.

Per mitigare questi rischi, è importante che le società di capitali definiscano chiaramente le condizioni delle fideiussioni, stabiliscano limiti alla responsabilità personale dei soci e mettano in atto meccanismi di gestione dei rischi. Inoltre, è consigliabile consultare professionisti legali e finanziari per valutare attentamente gli impatti delle fideiussioni sulla struttura e sulla gestione aziendale.

 

La separazione del patrimonio personale da quello aziendale è fondamentale per diverse ragioni, e questa pratica è alla base del concetto di “persona giuridica separata”. Vi sono alcune importanti ragioni per cui è importante mantenere una netta separazione tra il patrimonio personale e quello aziendale.

Una delle principali ragioni è la limitazione della responsabilità. In una struttura aziendale correttamente organizzata, gli individui coinvolti nell’azienda non sono personalmente responsabili per i debiti e gli obblighi finanziari della società. In caso di fallimento o problemi finanziari, il patrimonio personale dei proprietari o dei soci non è a rischio.

Gli investitori e i finanziatori sono più propensi a fornire risorse finanziarie a un’azienda quando il loro rischio è limitato all’investimento effettuato nella società. La separazione del patrimonio personale contribuisce a rendere l’azienda più attraente per chi fornisce capitale esterno.

La separazione del patrimonio personale e aziendale semplifica la gestione finanziaria. Consente di tenere traccia in modo più chiaro delle entrate e delle uscite aziendali, facilitando la compilazione delle dichiarazioni fiscali e il monitoraggio delle prestazioni finanziarie dell’azienda.

La separazione riduce il rischio che eventuali problemi finanziari o contenziosi aziendali influenzino il patrimonio personale degli individui coinvolti. Questo è particolarmente importante in contesti come il fallimento o situazioni legali in cui la responsabilità personale potrebbe altrimenti essere coinvolta.

La separazione del patrimonio personale e aziendale semplifica anche la successione aziendale. Quando il patrimonio aziendale è ben definito e separato, è più facile trasferire la proprietà o la gestione a nuovi proprietari o membri della famiglia senza influenzare direttamente il patrimonio personale.

Alcune norme legali e fiscali richiedono la separazione del patrimonio personale e aziendale per garantire la conformità alle normative. Non rispettare questa separazione potrebbe comportare rischi legali e fiscali.

Mantenere una distinzione chiara tra il patrimonio personale e quello aziendale è fondamentale per garantire la stabilità finanziaria, limitare la responsabilità personale e facilitare la gestione e la crescita delle aziende.

 

La eliminazione delle fideiussioni può essere un processo complesso e dipende dalle circostanze specifiche e dai contratti esistenti. Esploriamo insieme alcune possibilità.

In molti casi, è possibile rinegoziare i termini del contratto originale in modo da eliminare la necessità della fideiussione. Questo richiede la cooperazione di tutte le parti coinvolte e può implicare la modifica di clausole contrattuali o l’accettazione di nuove condizioni.

Se la fideiussione fosse stata richiesta da un creditore, potrebbe essere possibile trovare alternative per garantire l’adempimento degli obblighi finanziari. Ad esempio, potrebbe essere possibile fornire garanzie reali, come ipoteche o pegni su determinati beni, anziché impegnarsi in una fideiussione personale.

La fideiussione potrebbe essere legata a un debito specifico. In tal caso, l’estinzione anticipata o il pagamento completo del debito possono eliminare la necessità della fideiussione.

In alcuni casi, potrebbe essere possibile richiedere la revoca della fideiussione. Tuttavia, ciò di solito richiede la cooperazione del creditore e potrebbe essere basato su un cambiamento nelle circostanze che giustifica la revoca.

È consigliabile consultare un avvocato specializzato in diritto contrattuale e finanziario per esaminare la documentazione relativa alla fideiussione e valutare le opzioni disponibili. Un professionista può fornire consigli legali personalizzati in base alla situazione specifica.

A seconda delle leggi vigenti e delle normative contrattuali, potrebbe essere possibile eliminare o ridurre l’impegno di fideiussione. Le leggi sulla fideiussione possono variare notevolmente e molti contratti sono di fatto impugnabili.

È importante notare che la procedura per eliminare le fideiussioni dipende dalla natura specifica del contratto e dalle leggi vigenti. La consulenza legale è spesso essenziale per affrontare questa questione in modo adeguato e garantire che tutte le parti coinvolte siano d’accordo sulle modifiche contrattuali.

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Articolo di Marco Simontacchi

15/11/2023

Gestione della Tesoreria nelle PMI: Un Pilastro per il Successo

Le piccole e medie imprese (PMI) sono il motore dell’economia in molte parti del mondo. Tuttavia, molte di queste imprese si trovano spesso in situazioni finanziarie precarie, e la gestione della tesoreria è spesso trascurata. In questo articolo, esploreremo l’importanza della gestione della tesoreria nelle PMI e come questa può essere un pilastro fondamentale per il loro successo.

La gestione della tesoreria è il processo di monitoraggio, controllo e ottimizzazione dei flussi finanziari all’interno di un’azienda. Per le PMI, questo è cruciale, in quanto una cattiva gestione della tesoreria può portare a problemi finanziari seri e mettere a rischio la sopravvivenza stessa dell’impresa.

La tesoreria è il cuore pulsante delle PMI, poiché influisce su molteplici aspetti cruciali.

La liquidità è essenziale per qualsiasi azienda, ma per le PMI è ancora più critica. La mancanza di liquidità può portare a difficoltà nel pagare fornitori, salari e altre spese operative, mettendo in pericolo il normale funzionamento dell’azienda.

La gestione della tesoreria coinvolge il monitoraggio dei crediti concessi ai clienti. Le PMI devono trovare un equilibrio tra offrire termini di pagamento favorevoli per attirare clienti e garantire che i crediti non rimangano in sospeso troppo a lungo.

Una corretta gestione della tesoreria aiuta le PMI a pianificare in anticipo le proprie esigenze finanziarie. Questo include la pianificazione degli investimenti, la gestione delle spese e la previsione delle entrate.

Un’efficace gestione della tesoreria consente alle PMI di minimizzare i costi legati a prestiti e finanziamenti. Questo può aumentare la redditività e la competitività dell’impresa.

La gestione della tesoreria aiuta a identificare e mitigare i rischi finanziari. Ad esempio, le fluttuazioni dei tassi di cambio o dei tassi di interesse possono avere un impatto significativo sulle finanze di un’impresa.

Per gestire con successo la tesoreria, le PMI possono adottare diverse strategie e strumenti.

  1. Pianificazione del flusso di cassa: La creazione di previsioni accurate del flusso di cassa è fondamentale. Queste previsioni consentono di pianificare quando e quanto denaro sarà disponibile.
  2. Gestione dei pagamenti e delle scadenze: Monitorare da vicino le scadenze dei pagamenti in entrata e in uscita è essenziale per evitare ritardi e penalizzazioni.
  3. Ottimizzazione delle politiche di credito: Stabilire politiche di credito chiare e monitorare da vicino i crediti concessi ai clienti può migliorare il ciclo di riscossione.
  4. Diversificazione delle fonti di finanziamento: Le PMI dovrebbero considerare una gamma di opzioni di finanziamento, tra cui prestiti bancari, finanziamenti partecipativi o investitori privati.
  5. Tecnologie finanziarie: L’uso di software di gestione della tesoreria può semplificare il monitoraggio dei flussi finanziari e migliorare la precisione delle previsioni.

La gestione della tesoreria è cruciale per il successo delle PMI. Una buona gestione della tesoreria può migliorare la liquidità, ridurre i costi finanziari, prevenire crisi finanziarie e consentire una pianificazione finanziaria più efficace. Pertanto, le PMI dovrebbero dare la giusta attenzione alla gestione della tesoreria e investire nelle competenze e negli strumenti necessari per farlo. Questo può essere il pilastro che consente alle PMI di prosperare e crescere, svolgendo un ruolo vitale nell’economia globale.

La gestione della tesoreria svolge un ruolo cruciale come “scudo” contro le conseguenze della nuova legge sulla crisi di insolvenza (L. 155), che spesso può avere un impatto significativo sulle imprese, in particolare sulle PMI. Una solida gestione della tesoreria può aiutare a proteggere le imprese per alcuni fondamentali motivi.

  1. Mantenimento della liquidità: La legge sulla crisi di insolvenza può comportare un aumento delle pressioni finanziarie sulle imprese, come il pagamento di debiti arretrati o la negoziazione con creditori. Una solida gestione della tesoreria consente alle imprese di disporre di riserve di liquidità per far fronte a tali obblighi finanziari senza dover ricorrere a misure estreme come la vendita di asset o il licenziamento di dipendenti.
  2. Flessibilità finanziaria: Una gestione efficace della tesoreria offre alle imprese una maggiore flessibilità finanziaria per adattarsi alle nuove circostanze. Possono ridurre le spese non essenziali, rinegoziare contratti, cercare nuove fonti di finanziamento o ristrutturare i debiti in modo più vantaggioso.
  3. Gestione del rischio: La gestione della tesoreria può aiutare a identificare e mitigare i rischi finanziari che potrebbero portare a una crisi di insolvenza. Ad esempio, la diversificazione delle fonti di finanziamento può ridurre il rischio di dipendenza da un singolo creditore.
  4. Pianificazione a lungo termine: Una buona gestione della tesoreria non si concentra solo sulla gestione delle esigenze finanziarie immediate, ma anche sulla pianificazione a lungo termine. Questo permette alle imprese di prendere decisioni strategiche che le proteggono dagli impatti a lungo termine della crisi di insolvenza.
  5. Preparazione per il cambiamento: La legge sulla crisi di insolvenza può comportare cambiamenti nelle procedure di gestione delle crisi e nelle modalità di negoziazione con creditori. Una solida gestione della tesoreria può aiutare le imprese a prepararsi per queste nuove normative, garantendo che siano pronte ad affrontare situazioni di difficoltà finanziaria in modo più efficace.

La gestione della tesoreria, quindi, agisce come uno “scudo” proteggendo le imprese contro le conseguenze della legge sulla crisi di insolvenza. Una gestione finanziaria oculata offre alle imprese la stabilità finanziaria, la flessibilità e la capacità di adattamento necessarie per affrontare le sfide finanziarie in modo più efficace, riducendo il rischio di insolvenza e consentendo loro di mantenere la loro attività in tempi difficili.

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Articolo di Marco Simontacchi 07/11/2023

Bilanci mensili SP e CE per la governance aziendale

La governance aziendale è un aspetto fondamentale per il successo e la sostenibilità di qualsiasi impresa. Una corretta governance assicura che le attività dell’azienda siano gestite in modo responsabile, etico ed efficiente, garantendo al contempo la trasparenza e l’accountability nei confronti degli stakeholder. In questo contesto, i bilanci mensili, lo stato patrimoniale e il conto economico dettagliati rivestono un ruolo cruciale.

Monitoraggio Finanziario Tempestivo. I bilanci mensili, lo stato patrimoniale e il conto economico dettagliati forniscono una panoramica accurata e tempestiva delle finanze aziendali. Consentono ai decisori aziendali di monitorare l’andamento finanziario in tempo reale, individuando rapidamente eventuali deviazioni o problemi. Questo è particolarmente importante per prendere decisioni correttive immediate e mitigare potenziali rischi.

Pianificazione e Budgeting. I bilanci mensili e i documenti finanziari dettagliati sono essenziali per la pianificazione finanziaria e la creazione di budget realistici. Gli obiettivi finanziari a breve e lungo termine possono essere stabiliti in base ai dati presenti in questi documenti. Le performance aziendali possono essere confrontate con le previsioni, consentendo ai responsabili di apportare modifiche alla strategia, se necessario.

Tracciabilità delle Performance. I bilanci mensili consentono di seguire da vicino le performance aziendali nel corso del tempo. Questo tracciamento aiuta a identificare tendenze, riconoscere stagionalità e comprendere come le decisioni passate abbiano influenzato l’andamento finanziario. Una maggiore consapevolezza delle dinamiche finanziarie può guidare l’azienda verso scelte più informate.

Comunicazione con gli Stakeholder. La trasparenza finanziaria è cruciale per mantenere la fiducia degli stakeholder, inclusi investitori, creditori, dipendenti e clienti. I bilanci mensili e i documenti finanziari dettagliati forniscono informazioni chiare e affidabili sulla salute finanziaria dell’azienda. Ciò rafforza la comunicazione con gli stakeholder e dimostra un impegno verso la responsabilità aziendale.

Identificazione delle Opportunità di Miglioramento. I dettagli contenuti nei bilanci mensili e nei documenti finanziari possono rivelare aree in cui l’azienda potrebbe migliorare l’efficienza operativa o ridurre i costi. L’analisi dettagliata dei costi e delle entrate può portare a decisioni informate sulla riduzione degli sprechi e sull’ottimizzazione delle risorse.

Conformità Regolamentare. La recente Legge 155 richiede alle imprese di redigere rapporti finanziari regolari per prevenire l’insorgere di eventuali crisi di insolvenza. La preparazione accurata di bilanci mensili, stato patrimoniale e conto economico dettagliati garantisce che l’azienda sia in linea con le richieste regolamentari e riduce il rischio di sanzioni o azioni legali, quali la responsabilità solidale degli organi amministrativi.

In sintesi, i bilanci mensili, lo stato patrimoniale e il conto economico dettagliati sono strumenti essenziali per la governance aziendale efficace. Forniscono informazioni critiche per il monitoraggio finanziario, la pianificazione strategica, la comunicazione con gli stakeholder e l’identificazione di opportunità di miglioramento. La creazione e l’analisi accurata di questi documenti contribuiscono a guidare l’azienda verso un successo a lungo termine. Va anche acquisita e sviluppata la capacità di leggere e interpretare i dati sapendo come declinarli e le eventuali ricadute, in bene o in male, su tutti gli interessati.

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Articolo di Marco Simontacchi

30/08/2023

Risk management: Prevenire Guai e Salvaguardare il Successo

Nel mondo degli affari, ogni azienda è esposta a una serie di rischi che potrebbero comprometterne la stabilità e il successo. Il risk management, o gestione del rischio, è un processo fondamentale per prevenire guai e proteggere l’azienda da potenziali perdite finanziarie, danni reputazionali e altri impatti negativi. In questo articolo, esploreremo l’importanza del risk management in azienda e forniremo alcune strategie chiave per gestire efficacemente i rischi.

La prima fase del risk management consiste nell’identificare i potenziali rischi a cui l’azienda potrebbe essere esposta. Questo può includere rischi finanziari, rischi operativi, rischi legali e regolamentari, rischi legati alla reputazione e molto altro. È essenziale condurre una valutazione approfondita per individuare e comprendere tutti i possibili scenari di rischio che potrebbero influire sull’azienda.

Una volta identificati i rischi, è necessario valutare e analizzare la loro gravità e probabilità di manifestarsi. Questa valutazione aiuta a prioritizzare i rischi in base al loro impatto potenziale sull’azienda. La valutazione dei rischi può essere condotta utilizzando strumenti come la matrice di rischio, che classifica i rischi in base alla loro probabilità e impatto, consentendo così di concentrare le risorse sulle aree di maggiore rilevanza.

Una volta compresa la natura dei rischi e la loro importanza relativa, è necessario sviluppare strategie per mitigarli. Queste strategie possono includere l’adozione di politiche e procedure specifiche, l’implementazione di controlli interni, l’assicurazione contro rischi specifici e la diversificazione delle attività. L’obiettivo principale è ridurre la probabilità che i rischi si verifichino e mitigare gli eventuali impatti negativi nel caso in cui si verifichino.

Il risk management è un processo continuo che richiede un monitoraggio costante dei rischi identificati e delle strategie di mitigazione implementate. Le condizioni aziendali possono cambiare nel tempo, così come i rischi a cui l’azienda è esposta. È importante tenere traccia di questi cambiamenti e apportare eventuali modifiche alle strategie di mitigazione dei rischi di conseguenza.

Il successo del risk management dipende dall’impegno e dalla collaborazione di tutti gli attori chiave all’interno dell’azienda. Questo include il coinvolgimento della direzione aziendale, dei dipendenti e di altri stakeholder rilevanti. L’adozione di una cultura del risk management, in cui tutti comprendono l’importanza della gestione dei rischi e agiscono di conseguenza, è fondamentale per prevenire guai e garantire il successo a lungo termine dell’azienda.

La gestione del rischio è un elemento cruciale per l’azienda moderna. Attraverso l’identificazione, la valutazione, la mitigazione e il monitoraggio costante dei rischi, le aziende possono prevenire guai e salvaguardare il loro successo. Investire nella gestione del rischio permette di ridurre le perdite finanziarie, proteggere la reputazione aziendale e garantire la continuità delle operazioni. Non trascurare l’importanza del risk management nella tua azienda: è una strategia fondamentale per affrontare gli imprevisti e per prosperare nel mondo degli affari.

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Articolo di Marco Simontacchi

28/06/2023

 

Il pugno di ferro: L’inaspettata relazione tra la boxe e la crisi di impresa

La boxe è uno sport che richiede disciplina, determinazione e una strategia ben pianificata. I pugili si allenano duramente per sviluppare la forza fisica e mentale necessaria per affrontare avversari potenti e resistere alle situazioni più difficili sul ring. Ma cosa c’entra la boxe con il mondo degli affari e la crisi di impresa? Sorprendentemente, esiste una connessione tra le due realtà. In questo articolo, esploreremo come i principi della boxe possono essere applicati al contesto aziendale e come la mentalità di un pugile può aiutare le aziende a superare momenti di crisi.

La preparazione come chiave del successo:

La preparazione è fondamentale sia nella boxe che nelle imprese. Un pugile trascorre innumerevoli ore ad allenarsi per migliorare le proprie abilità e perfezionare le strategie di combattimento. Allo stesso modo, le aziende devono dedicare tempo ed energie per comprendere il mercato, analizzare la concorrenza e identificare le opportunità di crescita. Una scarsa preparazione può portare a decisioni affrettate e a una gestione inefficace delle crisi aziendali.

La resilienza come arma segreta:

La resilienza è un tratto fondamentale sia per i pugili che per gli imprenditori. Sul ring, i pugili devono essere in grado di sopportare colpi duri e reagire positivamente alle avversità. Nelle imprese, la resilienza è necessaria per affrontare le sfide e superare le difficoltà. La capacità di rimanere concentrati, adattarsi alle situazioni mutevoli e continuare a lottare nonostante le sconfitte temporanee può fare la differenza tra il fallimento e il successo.

L’importanza della strategia:

Nella boxe, la strategia è essenziale per ottenere la vittoria. Un pugile deve studiare attentamente il proprio avversario, identificarne i punti deboli e sfruttarli a proprio vantaggio. Nelle imprese, la strategia svolge un ruolo cruciale durante le crisi. È necessario analizzare la situazione, individuare i fattori chiave che hanno portato alla crisi e pianificare le azioni necessarie per superarla. Una strategia ben strutturata può aiutare le aziende a rimettersi in piedi e a rafforzarsi nonostante le difficoltà.

L’importanza del supporto:

Nella boxe, un pugile ha un team di allenatori, manager e compagni di squadra che lo sostiene e lo guida lungo il percorso. Nelle imprese, avere un solido supporto è altrettanto importante. Durante una crisi, le aziende possono beneficiare del supporto di consulenti esperti, mentor o gruppi di imprenditori con esperienze simili. Queste figure possono offrire prospettive esterne, consigli pratici e incoraggiamento emotivo per aiutare le aziende a navigare con successo attraverso tempi difficili.

Nonostante possano sembrare mondi distanti, la boxe e il mondo degli affari condividono alcuni principi chiave che possono essere applicati in entrambe le sfere. La preparazione, la resilienza, la strategia e il supporto sono elementi fondamentali per affrontare le crisi sia nel ring che nelle imprese. Guardando oltre le apparenze, possiamo trarre ispirazione dalla mentalità dei pugili per superare le difficoltà aziendali e ritornare alla vittoria.

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Articolo di Marco Simontacchi

30/05/2023

Credit crunch e rating aziendale

Credit crunch” si riferisce a una situazione di restrizione nell’erogazione del credito da parte delle istituzioni finanziarie. Durante un credit crunch, le banche e altre istituzioni finanziarie diventano più caute nel concedere prestiti e potrebbero richiedere garanzie aggiuntive o alzare i tassi di interesse. Ciò può avere un impatto significativo sulle aziende che dipendono dal finanziamento per le loro operazioni quotidiane o per investimenti a lungo termine.

Il rating aziendale fa riferimento alla valutazione del rischio creditizio di un’azienda: si valutano le capacità di un’azienda di onorare i propri debiti e si emette un rating che riflette il livello di rischio associato al credito dell’azienda. Questi rating vengono utilizzati dagli investitori e dalle istituzioni finanziarie per valutare la solvibilità e l’affidabilità di un’azienda come debitore.

Durante un credit crunch, le istituzioni finanziarie potrebbero rivedere al ribasso i rating delle aziende a causa delle maggiori difficoltà nel reperire finanziamenti e nel soddisfare gli obblighi di pagamento. Un downgrade del rating può rendere a sua volta più difficile per un’azienda ottenere prestiti a tassi di interesse favorevoli o accedere a finanziamenti necessari per la crescita aziendale. Ciò può causare una stretta creditizia ancora maggiore per l’azienda e influenzare negativamente la sua capacità di operare efficacemente, in un circolo vizioso.

In sintesi, durante un credit crunch, le aziende possono affrontare maggiori sfide nell’ottenere finanziamenti e potrebbero vedere i loro rating aziendali abbassati dalle istituzioni finanziarie, il che può peggiorare ulteriormente la loro situazione finanziaria.

In questi casi intervenire in situazione acuta è molto difficile e richiede tempo, vale sempre la legge che prevenire è meglio che curare e ciò si può fare costruendo i propri bilanci e un equilibrio economico finanziario e patrimoniale giorno per giorno.

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Articolo di Marco Simontacchi

16/05/2023

PMI: brivido da rialzo dei tassi

L’aumento dei tassi di interesse ha un impatto significativo sui bilanci delle PMI. Questo perché le PMI spesso dipendono da prestiti e finanziamenti per sostenere le loro attività e un aumento dei tassi di interesse influisce sui costi dei finanziamenti, aumentandone il costo di approvvigionamento quindiriducendo la redditività dell’impresa.

Quando le banche centrali aumentano i tassi di interesse, le banche commerciali seguono l’esempio aumentando a loro volta i tassi sui prestiti. Questo aumento dei tassi di interesse può influire sulla capacità stessa delle PMI di ottenere finanziamenti, poiché il costo del debito aumenta, influendo negativamente sulla redditività dell’impresa e sulla sua capacità di investire in nuovi progetti o espandersi e peggiorando i parametri del rating.

Inoltre, le PMI che hanno già sottoscritto prestiti a tassi di interesse variabili accusano un aumento dei costi di finanziamento, influendo sulla capacità dell’impresa di rispettare i propri impegni finanziari e di mantenere la liquidità come da business plan.

L’aumento dei tassi di interesse può anche influire sulla domanda di prodotti e servizi delle PMI. Se i consumatori e le aziende riducono le loro spese a causa dell’aumento, le PMI possono a cascata subire una riduzione delle entrate e dei profitti.

In generale, l’impatto dell’aumento dei tassi di interesse sui bilanci delle PMI dipenderà dalla situazione finanziaria dell’impresa, dal tipo di prestiti che ha sottoscritto e dalle condizioni del mercato in cui opera. Tuttavia, è importante che le PMI siano consapevoli dell’effetto dei tassi di interesse sui loro bilanci e che considerino le strategie di gestione del rischio finanziario per mitigare gli effetti negativi dell’aumento dei tassi stessi.

Ciò potrebbe includere la diversificazione delle fonti di finanziamento e l’uso di strumenti finanziari come i contratti di swap per gestire il rischio di tassi di interesse o approcciare direttamente il mercato dei capitali utilizzando nuovi strumenti di approvvigionamento finanziario.

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Articolo di Marco Simontacchi

11/05/2023

Il credito a rischio stretta

Il sistema bancario europeo poggia su basi più solide del resto del mondo, ha assorbito meglio del resto del sistema lo shock di SVB e Credit Suisse.

Resta comunque a rischio di una ulteriore stretta creditizia dovuta a fattori tecnici e di merito.

Senza entrare in tecnicismi bancari, basti pensare che la disponibilità effettiva di liquidità degli istituti di credito è ben inferiore a quella virtuale.

Vuol dire che l’insieme dei depositi non corrisponde all’effettiva liquidità, essendo parte rilevante di tale liquidità occupata nei finanziamenti e mutui.

Se tutti insieme andassimo a prelevare le “disponibilità” metteremmo in crisi tutto il sistema.

Ciò fa si che la bontà di un istituto di credito e la sua credibilità abbiano una diretta connessione con la qualità dei propri crediti.

Vero è che hanno una riserva “congelata” in titoli di stato, considerati asset sicuri. Tra i primi tre istituti europei per asset in titoli di stato primeggiano Popolare di Sondrio e Bper con asset tra il 15% e il 17%. Oltre a non essere una quota che metta al completo riparo da sorprese tale percentuale inficia la redditività dell’istituto essendo un asset non particolarmente remunerativo se non a volte oneroso.

Va da sé che in questo periodo di “cigni neri” gli istituti europei, quindi anche gli italiani, dovranno porre particolare attenzione alla qualità del proprio portafoglio crediti, che dopo i finanziamenti covid indiscriminati e lo scossone della guerra appaiono un poco deteriorati.

Si dovrà correre ai ripari se si vuole garantire stabilità al sistema finanziario concedendo l’accesso al credito solo a chi garantisca un rating, ovvero la capacità misurata di poter restituire i finanziamenti, che migliori i parametri di qualità dei crediti esistenti.

Il fai da te dei bilanci senza una attenta analisi dei parametri, segnalazioni anche se occasionali in centrale rischi, la mancanza di un robusto e coerente piano industriale e relativo business plan saranno condizioni che potranno ostacolare o impedire in un immediato futuro l’accesso al credito inficiando anche i rinnovi.

Uomo avvisato mezzo salvato, in questo caso correre ai ripari sarà troppo tardi, un bilancio sano lo si costruisce giorno per giorno a partire da gennaio, non a esercizio chiuso.

 

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Articolo di Marco Simontacchi

05/04/2023

Catene forti anticrisi

Eurostat rileva che nel 2022 l’Italia ha visto un forte aumento dei fallimenti nel quarto trimestre (+38%) insieme a Francia (+64%) e Spagna (+55%).

Iniziano a saltare quelle imprese che, ottenuti gli aiuti di stato Covid, non hanno sfruttato l’occasione per ristrutturarsi e rafforzarsi o sono state affossate dal successivo aumento dei costi a cui non hanno saputo o potuto far fronte pagando oggi l’amaro prezzo.

Questo fenomeno avrà ripercussioni su occupazione e crescita mettendo ulteriore pressione in vari settori industriali e commerciali.

Preoccupante è anche la serie di effetti collaterali che questi fallimenti inevitabilmente si trascinano dietro.

Perdere nel giro di breve uno o più fornitori strategici è rischioso se non vi sono piani alternativi già predisposti, oltre ad avere un probabile impatto sui costi variabili e sui tempi di consegna a clienti con possibili penali o perdita di clientela e di commesse.

Subire il fallimento di uno o più clienti importanti non stiamo nemmeno a spiegare che ricadute comporti.

A rischio in queste situazioni è sia lo stato patrimoniale che il conto economico insieme alla pianificazione dei flussi e quindi la solidità aziendale con la propria capacità di far fronte agli impegni economico finanziari.

Con il nuovo codice della crisi di impresa, inoltre, non si può più attendere molto prima di dichiarare una probabile crisi di insolvenza, anche se importata per cause esogene e magari con un portafoglio ordini e utili previsti di tutto rispetto.

Il panorama è fosco e tutt’altro che tranquillo, basta un altro scossone e molte altre aziende, ancora traballanti, rischiano di scomparire.

Come sempre a un problema vi è una soluzione.

Le grandi imprese mettono in campo Direttore Finanziario, Credit Manager e Risk manager che si occupano di monitorare la qualità e solidità di clienti, fornitori, del credito commerciale e dell’adeguatezza delle disponibilità di cassa per far fronte alle evenienze, trasferendo se necessario il rischio insolvenza a terzi e rovesciando l’indice di rotazione debiti crediti a favore dell’azienda.

Con buona pace delle PMI che tale linea di management non se la possono permettere subendo.

Si possono permettere però, con un investimento marginale e variabile, la consulenza in temporary management di professionisti che li rendano efficaci e competitivi al pari delle grosse imprese.

Un problema se risolto diviene un vantaggio competitivo, in tempo di crisi significa anticipare la ripresa e guadagnare fette di mercato lasciate libere da chi si è dimostrato sprovveduto.

Noi ci siamo, Voi?

 

Articolo di Marco Simontacchi

02/03/2023

Sconfitti e bastonati