Web Tax all’Italiana

La “web tax” italiana, o Digital Service Tax, è una misura introdotta per tassare i ricavi delle grandi multinazionali digitali operanti in Italia, con l’obiettivo di equilibrare la tassazione rispetto alle imprese tradizionali. Introdotta inizialmente nel 2020 con un’aliquota del 3% sui ricavi delle aziende con fatturato globale superiore a 750 milioni di euro e almeno 5,5 milioni di ricavi generati in Italia, la tassa ha portato entrate minori rispetto alle aspettative. Negli ultimi anni, infatti, il gettito è stato ben al di sotto delle proiezioni, con un incasso di 233 milioni di euro rispetto ai 700 milioni previsti​

Di recente, per rafforzare il gettito fiscale, il governo italiano ha deciso di eliminare queste soglie di ricavo, allargando quindi la base di aziende soggette alla tassa. Questa misura, prevista per entrare in vigore nel 2026, si unisce all’approvazione della Global Minimum Tax europea, che impone un’aliquota del 15% sui profitti delle multinazionali con ricavi annui globali superiori a 750 milioni. La combinazione di queste normative dovrebbe portare un contributo annuo di circa 3 miliardi di euro alle casse dello Stato​

Tuttavia, l’applicazione di tali misure ha suscitato preoccupazioni: molte piccole e medie imprese italiane e attori del settore digitale temono che l’aumento dei costi fiscali possa frenare lo sviluppo dell’innovazione e ridurre la competitività. Secondo Netcomm, un’associazione del settore e-commerce, sarebbe preferibile una tassazione basata sui profitti piuttosto che sui ricavi, in modo da considerare la reale capacità economica delle imprese e non danneggiare quelle con margini ridotti​

La web tax potrebbe avere diverse ricadute economiche sul settore dell’e-commerce e dell’innovazione digitale in Italia, con impatti significativi per le piccole e medie imprese (PMI) e per le multinazionali digitali operanti sul territorio.

Impatti Economici sull’E-commerce e Digital Innovation

Aumento dei Costi Operativi: La web tax estesa a tutte le aziende digitali, senza soglia di ricavi, aumenterebbe i costi per le PMI italiane che operano nel settore e-commerce. Questo potrebbe portare a una riduzione dei margini di profitto, spingendo alcune aziende a trasferire parte dei costi aggiuntivi ai consumatori finali. Secondo Netcomm, una maggiore pressione fiscale potrebbe ridurre la competitività delle aziende italiane nel panorama internazionale, penalizzando settori già fragili​

Riduzione degli Investimenti in Innovazione: L’aumento del carico fiscale potrebbe scoraggiare gli investimenti nel settore digitale e rallentare la crescita della digital innovation. Le aziende potrebbero ridurre i budget destinati a ricerca e sviluppo o rinviare progetti innovativi per far fronte all’impatto della tassazione aggiuntiva. Questo rallentamento nell’adozione di nuove tecnologie potrebbe indebolire l’intero ecosistema digitale e limitare le opportunità di sviluppo di nuove startup​

Penalizzazione delle PMI e Startup Digitali: Le PMI, essendo meno strutturate delle grandi multinazionali, sono particolarmente esposte ai rischi della web tax. Per queste aziende, che rappresentano il cuore dell’economia italiana, l’imposizione potrebbe trasformarsi in un ostacolo alla crescita, limitando la loro capacità di competere sia a livello nazionale che internazionale. La pressione fiscale aggiuntiva potrebbe rendere più difficile per le startup entrare nel mercato o consolidarsi​

Aziende Più Colpite

Grandi Multinazionali del Tech: Aziende come Amazon, Google, e Meta, con elevate quote di mercato, saranno tra le più colpite. Anche se queste società hanno capacità di assorbire l’impatto fiscale, la web tax italiana si aggiunge alla crescente pressione normativa e fiscale a livello globale, inclusa la Global Minimum Tax. Tuttavia, per i colossi del web, la web tax non dovrebbe causare un impatto devastante, ma piuttosto un’ulteriore pressione sui margini​

PMI Italiane nel Settore E-commerce e Piattaforme Digitali: Per aziende più piccole, come piattaforme di e-commerce locali e PMI che forniscono servizi digitali (ad esempio, marketing online, contenuti multimediali e strumenti di gestione aziendale), i costi aggiuntivi rischiano di tradursi in un rallentamento della crescita. Il peso della web tax potrebbe costringerle a tagliare sui costi operativi o di innovazione, con un effetto domino sull’occupazione e sulla competitività​

In conclusione, mentre le grandi aziende tech potrebbero riuscire a mantenere la propria presenza in Italia, le PMI e le startup digitali italiane potrebbero essere costrette a rivedere le proprie strategie di espansione e innovazione per far fronte agli aumenti di costo, rischiando di rallentare il progresso del settore digitale italiano.

In un contesto di elevata pressione fiscale e di aumento dei costi operativi, per le PMI italiane nel settore digitale è fondamentale implementare un solido controllo di gestione economico-finanziario. Un sistema di controllo efficiente non solo permette di monitorare costantemente i KPI, ma fornisce anche la visibilità e le indicazioni strategiche per adeguare le operazioni al mutamento del contesto economico e fiscale, garantendo così un equilibrio sostenibile tra costi e ricavi e facilitando il raggiungimento dei piani industriali.

Elementi Chiave di un Controllo di Gestione Efficace

Monitoraggio dei KPI Finanziari e Operativi: Stabilire indicatori chiave di prestazione (KPI) legati a fatturato, margine di profitto, liquidità e ROI è cruciale per valutare la redditività e la solidità finanziaria. KPI come il margine di EBITDA, il rapporto di indebitamento e il cash flow operativo sono essenziali per capire come la web tax e altre imposizioni fiscali impattano direttamente sulla sostenibilità finanziaria​

Budgeting e Forecasting: Un controllo di gestione solido permette di prevedere i flussi di cassa futuri, calcolare l’impatto delle nuove imposizioni fiscali, e valutare scenari finanziari alternativi. L’utilizzo di strumenti di budgeting e forecasting consente alle PMI di adottare un approccio proattivo, adattando i piani industriali e ottimizzando gli investimenti per massimizzare la crescita, nonostante le maggiori pressioni sui margini​

Analisi dei Costi e Ottimizzazione Operativa: Per far fronte all’aumento dei costi, le PMI digitali possono ricorrere ad analisi di marginalità e tecniche di allocazione dei costi. Ridurre i costi fissi e migliorare l’efficienza operativa diventa fondamentale per assorbire l’impatto della web tax e aumentare la competitività. Ad esempio, valutare la convenienza di determinati investimenti in innovazione o esternalizzare servizi può aiutare a contenere le spese complessive e a migliorare la flessibilità operativa​

Reporting e Compliance Fiscale: Implementare un sistema di reporting strutturato garantisce la conformità fiscale, migliorando la trasparenza e riducendo il rischio di errori contabili che possono generare costi inattesi. Per le PMI italiane nel digitale, rispondere prontamente ai requisiti fiscali, come quelli imposti dalla web tax, e aggiornare periodicamente le analisi di compliance è cruciale per evitare ulteriori aggravi.

Benefici del Controllo di Gestione per le PMI Digitali

Un sistema di controllo di gestione ben strutturato non solo aiuta le PMI a rispettare gli obblighi fiscali, ma consente anche di reagire prontamente ai cambiamenti del mercato, ottimizzare la gestione delle risorse e mantenere il focus sugli obiettivi strategici. Questa visione integrata delle performance permette di perseguire i piani industriali in modo sostenibile, anche in contesti di elevata incertezza economica e fiscale.

In sintesi, per affrontare le sfide poste dalle nuove normative e mantenere un posizionamento competitivo, è indispensabile che le PMI italiane investano in competenze e strumenti di controllo di gestione, consolidando una struttura economico-finanziaria in grado di monitorare efficacemente la propria performance e di sostenere decisioni aziendali informate e tempestive.

Noi siamo pronti, Voi?

Articolo di Marco Simontacchi

30/10/2024

Flat Tax: pro e contro

L’introduzione della flat tax in Italia è un tema molto dibattuto, e i suoi effetti sui consumi, sull’economia e sulla redistribuzione della ricchezza dipendono da diversi fattori. Ci sono argomenti sia a favore che contro questa riforma fiscale, e vediamo entrambi i lati per rispondere alla tua domanda.

Argomenti a favore della flat tax:

Semplificazione del sistema fiscale: La flat tax prevede un’unica aliquota fiscale per tutti, semplificando notevolmente la gestione fiscale sia per i cittadini che per le imprese. Questo può ridurre i costi di conformità e migliorare l’efficienza del sistema fiscale.

Maggiore incentivo al lavoro e agli investimenti: Chi sostiene la flat tax argomenta che una tassa più bassa e lineare può stimolare le persone a lavorare di più, ad aumentare la produttività e ad attrarre investimenti, poiché i redditi aggiuntivi non verrebbero tassati in maniera progressiva e sproporzionata. Inoltre, le imprese potrebbero essere incentivate ad espandersi grazie a una pressione fiscale minore e più prevedibile.

Aumento dei consumi: In teoria, ridurre l’aliquota fiscale per i redditi più alti e intermedi potrebbe lasciare a disposizione più reddito disponibile, incentivando i consumi. Più consumi possono portare a una maggiore domanda di beni e servizi, stimolando la crescita economica.

Contrasto all’evasione fiscale: Alcuni ritengono che una flat tax possa ridurre l’evasione fiscale, poiché una tassa più bassa e semplice può essere percepita come più equa e quindi più accettabile dai contribuenti.

Critiche alla flat tax:

Regressività del sistema: La flat tax, per sua natura, è regressiva, il che significa che colpisce proporzionalmente di più i redditi bassi rispetto a quelli alti. Attualmente, in Italia, il sistema fiscale è progressivo, cioè chi guadagna di più paga una percentuale maggiore del suo reddito in tasse. Con la flat tax, i redditi più alti beneficerebbero di una riduzione significativa delle imposte, mentre quelli più bassi rischierebbero di pagare una quota simile a quella attuale o addirittura maggiore, in termini percentuali rispetto al reddito disponibile.

Possibile riduzione delle entrate fiscali: Una flat tax, se non accompagnata da misure compensative, potrebbe portare a una riduzione delle entrate fiscali, soprattutto nei primi anni di implementazione. Questo potrebbe comportare tagli alla spesa pubblica in settori come la sanità, l’istruzione e il welfare, con conseguenze negative per le fasce di popolazione più deboli.

Riduzione della redistribuzione: Il sistema fiscale progressivo ha una funzione redistributiva, cioè riduce le disuguaglianze economiche trasferendo parte della ricchezza dai redditi più alti a quelli più bassi attraverso il sistema di welfare. La flat tax potrebbe ridurre questa capacità di redistribuzione, ampliando la disparità tra ricchi e poveri.

Effetti limitati sui consumi per i redditi più bassi: I redditi più bassi, che attualmente già pagano poche tasse, non vedrebbero un miglioramento significativo nella loro disponibilità di reddito, e quindi è improbabile che una flat tax possa aumentare i loro consumi in modo significativo. Al contrario, i beneficiari principali sarebbero le persone con redditi medio-alti, che però potrebbero non destinare l’intero incremento di reddito ai consumi, preferendo invece risparmiare o investire.

L’impatto della flat tax sui consumi e sull’economia dipenderà molto da come verrà strutturata e dalle compensazioni adottate per garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche e la tutela delle fasce più vulnerabili della popolazione. Da un lato, potrebbe incentivare investimenti e semplificare il sistema fiscale, ma dall’altro rischia di accentuare le disuguaglianze e di ridurre la capacità dello Stato di finanziare servizi essenziali. La flat tax potrebbe dunque risultare più favorevole per i redditi alti e meno per i redditi bassi, con benefici limitati per la domanda interna complessiva se i consumi dei più abbienti non aumentano proporzionalmente.

La sua efficacia nell’aumentare i consumi e sostenere l’economia dipende quindi da fattori legati alla redistribuzione del reddito e alla risposta dei consumatori e delle imprese alle nuove condizioni fiscali.

In Italia, la grande maggioranza della popolazione ha redditi medio-bassi, quindi l’introduzione di una flat tax può avere effetti diversi rispetto a Paesi con una distribuzione del reddito più omogenea o con una maggioranza di redditi elevati. Considerando la struttura socio-economica italiana, ecco le potenziali conseguenze principali della flat tax.

Benefici limitati per i redditi medio-bassi

La flat tax è una tassa che riduce le aliquote per tutti, ma il risparmio in termini assoluti sarà maggiore per chi guadagna di più. Questo perché chi ha un reddito elevato vedrà una riduzione significativa rispetto al sistema fiscale progressivo attuale, mentre chi ha redditi bassi o medi vedrà benefici modesti o addirittura nessun beneficio, dato che già ora pagano tasse relativamente basse o usufruiscono di detrazioni.

  • Redditi bassi: Questi contribuenti pagano poche imposte dirette, e una flat tax potrebbe non comportare una differenza sostanziale nelle loro finanze. Anzi, potrebbero rischiare di perdere alcuni vantaggi fiscali o sociali attuali, come le deduzioni o gli incentivi che esistono nel sistema progressivo.
  • Redditi medi: Anche per i redditi medi, il beneficio fiscale sarebbe limitato rispetto a chi guadagna di più. I risparmi potrebbero non essere sufficienti a incrementare significativamente i consumi, poiché gran parte di questo reddito è già destinato a spese fisse come affitto, mutui e necessità quotidiane.

Aumento delle disuguaglianze

In un paese come l’Italia, dove esistono già forti disparità di reddito, una flat tax potrebbe accentuare ulteriormente le disuguaglianze. I contribuenti con redditi elevati beneficerebbero molto di più di una riduzione fiscale rispetto ai redditi medio-bassi, riducendo la progressività del sistema. Ciò potrebbe tradursi in una concentrazione ancora maggiore di ricchezza nelle mani di chi già gode di un livello di vita superiore, senza garantire una redistribuzione significativa del benessere economico.

Possibili tagli ai servizi pubblici

Per finanziare una riduzione generalizzata delle imposte senza perdere entrate fiscali in modo massiccio, lo Stato potrebbe essere costretto a ridurre la spesa pubblica in settori essenziali come sanità, istruzione, e welfare. Questo tipo di politiche di austerità avrebbe un impatto negativo principalmente sui redditi medio-bassi, che dipendono maggiormente dai servizi pubblici rispetto ai redditi più alti. In Italia, molti cittadini traggono beneficio da queste reti di sicurezza sociale, e un loro ridimensionamento potrebbe danneggiare ulteriormente le fasce meno abbienti.

Scarsi effetti sui consumi

Dal punto di vista dei consumi, è importante considerare che i redditi medio-bassi tendono a destinare una quota più alta del proprio reddito ai consumi, mentre i redditi alti sono più inclini a risparmiare o investire piuttosto che spendere. Pertanto, una flat tax che riduce la pressione fiscale sui redditi più elevati potrebbe non tradursi in un incremento proporzionale della domanda interna. Se i benefici fiscali per i redditi medio-bassi sono marginali, non ci sarà un aumento sostanziale della capacità di spesa e, di conseguenza, i consumi rimarranno stagnanti.

Possibile effetto recessivo a lungo termine

In un contesto di elevata disuguaglianza economica, la flat tax potrebbe non generare sufficiente crescita economica da bilanciare l’inevitabile perdita di entrate fiscali. Se i redditi medio-bassi non beneficiano significativamente della riforma e i consumi non crescono, l’economia potrebbe risentirne. Un’eccessiva redistribuzione del reddito verso i più abbienti può frenare la domanda interna, che è una componente fondamentale della crescita economica, specialmente in un paese come l’Italia, caratterizzato da una forte dipendenza dalla spesa delle famiglie.

Possibili risvolti politici e sociali

A livello sociale, una flat tax che viene percepita come un “regalo” ai più abbienti potrebbe alimentare il malcontento e il risentimento tra le classi medio-basse. In Italia, le disuguaglianze regionali (Nord-Sud) e di reddito sono già un tema delicato. Una riforma fiscale che sembri favorire solo i più ricchi potrebbe esacerbare le tensioni sociali e politiche.

 

Nel contesto italiano, la flat tax potrebbe non essere lo strumento più efficace per stimolare i consumi e sostenere l’economia, data la preponderanza di redditi medio-bassi. I vantaggi si concentrerebbero principalmente sui redditi più alti, con effetti limitati sulla capacità di spesa della maggior parte della popolazione. Inoltre, il rischio di accentuare le disuguaglianze economiche e di comprimere la spesa pubblica essenziale potrebbe avere effetti negativi sulla coesione sociale e sull’equità del sistema fiscale.

La flat tax rischia di essere percepita più come un beneficio per i più abbienti che come una riforma equa e inclusiva per la maggioranza dei cittadini italiani.

Articolo di Marco Simontacchi

11/09/2024

La consulenza strategica: un ruolo cruciale.

La consulenza strategica mira a massimizzare l’efficienza fiscale, cercando di ridurre l’imposizione fiscale legittimamente attraverso piani fiscali efficaci. Questo può includere la scelta di regimi fiscali vantaggiosi o la pianificazione di investimenti in modo da massimizzare i benefici fiscali disponibili passando anche attraverso una strutturazione strategica di gruppo.

I consulenti strategici eseguono un’attenta analisi dei rischi finanziari e contabili. Ciò include la valutazione dei possibili impatti di eventi imprevisti sulle finanze aziendali. Tale valutazione consente di sviluppare strategie di mitigazione dei rischi e di prepararsi a eventuali scenari negativi.

La redazione di note integrative richiede una comunicazione chiara e trasparente con gli stakeholder. Un consulente strategico può aiutare a tradurre i dati finanziari complessi in informazioni comprensibili, fornendo una visione chiara della salute finanziaria dell’azienda.

La consulenza strategica si estende oltre la semplice compilazione di documenti contabili. Include anche la pianificazione finanziaria a lungo termine, aiutando l’azienda a sviluppare obiettivi finanziari sostenibili nel tempo e ad adottare strategie adeguate per raggiungerli.

Essa può essere fondamentale nella preparazione e presentazione del bilancio alle autorità di regolamentazione, agli investitori e ad altri stakeholder. La capacità di presentare in modo convincente le informazioni finanziarie contribuisce a creare fiducia nella gestione aziendale.

La consulenza strategica è essenziale per garantire che i bilanci e le note integrative siano redatti in modo accurato, in conformità con le leggi vigenti e in grado di comunicare in modo efficace la situazione finanziaria dell’azienda agli stakeholder.

 

Riveste un ruolo cruciale nell’ottimizzazione del rating aziendale e nella gestione degli approvvigionamenti finanziari.

Analisi approfondita della situazione finanziaria Un consulente strategico può condurre un’analisi dettagliata della situazione finanziaria dell’azienda. Questa valutazione comprende la revisione delle performance finanziarie passate, la struttura del capitale, l’indebitamento e altri indicatori chiave che influenzano il rating.

Pianificazione finanziaria a lungo termine La consulenza strategica è fondamentale nella definizione di una pianificazione finanziaria a lungo termine. Ciò include la definizione di obiettivi finanziari, la gestione della liquidità e la pianificazione degli investimenti, tutti fattori che impattano positivamente il rating aziendale.

Ottimizzazione della struttura finanziaria I consulenti strategici possono lavorare per ottimizzare la struttura finanziaria dell’azienda. Questo potrebbe coinvolgere la gestione del debito, la strutturazione di operazioni finanziarie vantaggiose e la valutazione delle opportunità per migliorare l’efficienza finanziaria complessiva.

Comunicazione efficace con le istituzioni finanziarie La consulenza strategica è essenziale per comunicare in modo chiaro e convincente con le istituzioni finanziarie. Una comprensione approfondita delle dinamiche finanziarie aziendali consente di presentare i dati in modo favorevole, migliorando le probabilità di ottenere un rating più alto.

Valutazione dei rischi finanziari I consulenti possono aiutare a identificare e mitigare i rischi finanziari che potrebbero influenzare negativamente il rating. Ciò include una valutazione approfondita dei rischi legati al settore, alla concorrenza e a fattori macroeconomici che possono impattare sulle prospettive finanziarie.

Gestione degli approvvigionamenti finanziari La consulenza strategica è fondamentale per la gestione efficiente degli approvvigionamenti finanziari. Ciò implica la pianificazione accurata delle fonti di finanziamento, la gestione delle relazioni con le istituzioni finanziarie e la negoziazione di condizioni favorevoli per i prestiti o altre forme di finanziamento.

In sintesi, è un elemento chiave per garantire un rating aziendale ottimale e una gestione finanziaria efficace. Attraverso un approccio strategico e una comprensione approfondita delle dinamiche finanziarie, i consulenti possono contribuire significativamente al successo finanziario a lungo termine delle imprese.

 

L’analogia tra la consulenza strategica e le sinapsi nei neuroni è interessante e può aiutare a illustrare il ruolo cruciale della consulenza strategica nelle informazioni finanziarie e fiscali.

Trasmissione di informazioni Le sinapsi nei neuroni sono i punti di connessione attraverso i quali le informazioni vengono trasmesse da un neurone all’altro. Allo stesso modo, la consulenza strategica agisce come un punto di connessione tra i dati finanziari e fiscali di un’azienda, facilitando la trasmissione di informazioni chiave.

Integrazione delle informazioni Nei neuroni, le sinapsi sono responsabili di integrare e processare le informazioni. Analogamente, la consulenza strategica integra dati finanziari e fiscali, analizzandoli in modo approfondito per fornire una comprensione chiara della situazione aziendale.

Velocità ed efficienza Le sinapsi permettono una trasmissione rapida e mirata delle informazioni tra neuroni. Nello stesso modo, la consulenza strategica lavora per garantire che le informazioni finanziarie e fiscali vengano trasmesse in modo efficiente e tempestivo, permettendo una presa di decisioni informata.

Adattabilità e apprendimento Le sinapsi sono fondamentali per l’apprendimento e l’adattabilità del sistema nervoso. La consulenza strategica, attraverso l’analisi continua dei dati finanziari e fiscali, contribuisce all’apprendimento aziendale, consentendo l’adattamento alle mutevoli condizioni del mercato e delle normative.

Trasmissione di segnali chiave Nelle sinapsi, i segnali vengono trasmessi in risposta a stimoli specifici. La consulenza strategica, simile a questo processo, identifica segnali chiave nei dati finanziari e fiscali, aiutando l’azienda a rispondere prontamente a opportunità o sfide.

Facilitazione della comunicazione Le sinapsi facilitano la comunicazione tra neuroni. Analogamente, la consulenza strategica facilita la comunicazione e la comprensione tra diverse parti interessate aziendali, traducendo dati complessi in informazioni comprensibili.

L’analogia tra la consulenza strategica e le sinapsi nei neuroni sottolinea il ruolo fondamentale che la consulenza svolge nel collegare, elaborare e trasmettere informazioni finanziarie e fiscali all’interno di un’organizzazione, consentendo un funzionamento sinergico e adattabile nel contesto aziendale.

Noi siamo pronti, Voi?

Articolo di Marco Simontacchi

25/12/2023

Il Bilancio di Sostenibilità

Il bilancio di sostenibilità, anche noto come bilancio sociale o bilancio ambientale, è uno strumento di rendicontazione che valuta le prestazioni di un’organizzazione non solo dal punto di vista finanziario, ma anche sotto il profilo sociale, ambientale ed etico. Esso fornisce una panoramica completa delle attività e degli impatti di un’azienda o un’organizzazione nei confronti della sostenibilità.

Il bilancio di sostenibilità solitamente comprende tre dimensioni principali:

Ambientale: Valuta gli impatti dell’organizzazione sull’ambiente, inclusi consumi di risorse naturali, emissioni di gas serra, produzione di rifiuti e altre attività che influenzano l’ecosistema.

Sociale: Esamina l’impatto dell’organizzazione sulle persone, considerando aspetti come la responsabilità sociale d’impresa, la gestione delle risorse umane, la diversità e l’inclusione, la salute e sicurezza dei lavoratori, e le relazioni con la comunità.

Economica: Riguarda l’analisi delle performance finanziarie dell’organizzazione, includendo dati relativi ai profitti, agli investimenti, alla creazione di valore economico e alla gestione dei rischi finanziari.

Il bilancio di sostenibilità è un importante strumento per dimostrare l’impegno di un’organizzazione nei confronti della responsabilità sociale e ambientale. In molti casi, le aziende adottano standard internazionali come il Global Reporting Initiative (GRI) per strutturare e comunicare le informazioni nel bilancio di sostenibilità.

La sua elaborazione richiede la raccolta di dati accurati e affidabili su tutte e tre le dimensioni, il coinvolgimento di diverse funzioni aziendali e la trasparenza nella comunicazione delle informazioni. Un bilancio di sostenibilità ben redatto può influenzare positivamente la reputazione di un’organizzazione, attirare investimenti responsabili e favorire la fiducia degli stakeholder.

Secondo quanto emanato dalla Direttiva UE 2022/2464 pubblicata il 16 dicembre 2022, che va a rivedere e modificare la precedente Direttiva UE 2013/34, relativa all’obbligo di “comunicazioni di informazioni di carattere non finanziario” da parte di aziende di grandi dimensioni, si fa presente che dal 2024 la rendicontazione societaria di sostenibilità (Corporate Sustainability Reporting Directive – CSRD) diventerà obbligatoria per tutte le aziende con più di 250 dipendenti, un fatturato superiore ai 50 milioni di euro e un bilancio annuo di almeno 43 milioni.

Nel bilancio di sostenibilità, dovranno essere contenute informazioni su:

  • modello di business e strategie aziendali in materia di sostenibilità;
  • ruolo assunto dagli organi di amministrazione relativamente alla governance dei temi ESG;
  • rapporti con gli stakeholders ed impatto di questi in ambito di sostenibilità;
  • criteri e approcci utilizzati nella gestione dei rischi;
  • descrizione della due diligence in tema ESG;
  • utilizzo di standard di rendicontazione europei uguali per tutte le aziende in funzione della grandezza e del fatturato.

In generale, l’adozione del bilancio di sostenibilità è un passo significativo verso un approccio olistico e responsabile alle attività aziendali e lo strumento per sviluppare e consolidare la Green Reputationaziendale.

Noi siamo pronti, Voi?

Articolo di Marco Simontacchi

13/12/2023

Novum bonum et soave

Le novità suscitano spesso diffidenza, vediamo come l’introduzione del nuovo codice della crisi d’impresa e l’obbligo di comunicazione dei titolari effettivi siano invece a tutto vantaggio del mercato e degli stakeholder.

Il nuovo codice della crisi di impresa e della trasparenza sui titolari effettivi può portare diversi vantaggi per gli stakeholder coinvolti nel contesto economico e aziendale. Gli stakeholder sono tutte le parti interessate, come azionisti, creditori, dipendenti, fornitori, clienti e autorità di regolamentazione. Di seguito alcuni dei vantaggi che possono derivare da tali normative.

Riduzione del Rischio per i Creditori: Il nuovo codice della crisi di impresa può migliorare la protezione dei creditori fornendo procedure più chiare e rapide per la gestione dei casi di insolvenza. Questo riduce il rischio di perdite per i creditori.

Trasparenza: La trasparenza sui titolari effettivi delle imprese contribuisce a prevenire l’uso improprio di società per scopi illeciti come il riciclaggio di denaro e l’evasione fiscale. Questo è un vantaggio per le autorità di regolamentazione e per la lotta contro il crimine finanziario.

Protezione dei Diritti dei Dipendenti: Il nuovo codice della crisi di impresa può prevedere meccanismi per la salvaguardia dei diritti dei dipendenti in caso di insolvenza aziendale, garantendo che possano essere pagati in modo prioritario e che i loro posti di lavoro siano protetti, se possibile.

Miglioramento della Gestione Aziendale: Le normative sulla crisi di impresa possono incoraggiare le imprese a essere più attente alla gestione finanziaria, evitando comportamenti rischiosi e promuovendo la sostenibilità aziendale.

Protezione degli Investitori: Gli azionisti e gli investitori beneficiano della maggiore trasparenza sui dati finanziari e sulla gestione delle imprese. Questo può migliorare la fiducia degli investitori e ridurre il rischio di frodi o cattiva gestione aziendale.

Migliore Accesso al Credito: Un ambiente aziendale più regolato e trasparente può incoraggiare le istituzioni finanziarie a concedere credito alle imprese, poiché i rischi sono potenzialmente più bassi.

Riduzione del Contenzioso: Le normative chiare sulla crisi di impresa possono ridurre i contenziosi legali e i costi associati, contribuendo a una risoluzione più rapida ed efficiente dei casi di insolvenza.

Migliore Stabilità del Mercato: La presenza di regole chiare per la gestione delle crisi di impresa può contribuire a evitare impatti negativi sull’intero mercato, fornendo una maggiore stabilità.

Fornitori: I fornitori possono beneficiare di una maggiore trasparenza sugli accordi contrattuali e sulla salute finanziaria dei propri clienti, il che li aiuta a prendere decisioni commerciali più informate.

Crescita Economica Sostenibile: In generale, queste normative mirano a promuovere la crescita economica sostenibile, creando un ambiente più stabile e prevedibile per le imprese.

Queste misure puntano a migliorare la trasparenza, la responsabilità e la gestione delle crisi di impresa, portando benefici a molteplici stakeholder.

In particolare, l’Obbligo di iscrizione dei titolari effettivi presso le CCIAA rappresenta una garanzia importante per clienti e fornitori. Questa trasparenza può essere vantaggiosa per entrambe le parti.

Per i Clienti:

Affidabilità: I clienti desiderano fare affari con aziende affidabili e ben gestite. La conoscenza dei titolari effettivi di un’azienda contribuisce a garantire che la gestione sia trasparente e responsabile, il che aumenta la fiducia dei clienti nell’azienda.

Tracciabilità: La trasparenza sui titolari effettivi facilita il tracciamento delle relazioni commerciali e dei rapporti contrattuali. I clienti possono essere certi di chi stanno effettivamente trattando e quali sono le responsabilità delle parti coinvolte.

Gestione della Qualità: I clienti possono utilizzare le informazioni sui titolari effettivi per valutare la solidità finanziaria dell’azienda e la qualità della sua gestione. Questo può influenzare le decisioni di acquisto e le relazioni a lungo termine.

Riduzione del Rischio: La conoscenza dei titolari effettivi può aiutare i clienti a valutare il rischio associato a un’azienda, il che è particolarmente importante in settori ad alto rischio o in mercati internazionali.

Per i Fornitori:

Valutazione del Rischio Creditizio: I fornitori desiderano evitare il rischio di non essere pagati per i beni o servizi forniti. La trasparenza sui titolari effettivi consente loro di valutare meglio il rischio creditizio dei propri clienti e stabilire limiti di credito adeguati.

Relazioni Commerciali più Solide: Conoscere i titolari effettivi di un cliente aiuta i fornitori a costruire relazioni commerciali più solide e a negoziare contratti in modo più efficace, in quanto sanno chi sono i veri responsabili.

Prevenzione delle Frodi: La trasparenza sui titolari effettivi può contribuire a prevenire le frodi o l’uso improprio delle società, garantendo che i fornitori non vengano coinvolti involontariamente in attività illecite.

Conformità alle Normative: In molti paesi, i fornitori devono rispettare leggi e regolamenti che richiedono la verifica dell’identità dei titolari effettivi dei propri clienti. La conformità a tali normative è essenziale per evitare sanzioni legali.

La trasparenza sui titolari effettivi è fondamentale per la costruzione di relazioni commerciali fiduciose e la gestione dei rischi nell’ambito delle transazioni commerciali. Sia i clienti che i fornitori traggono beneficio da questa informazione, poiché contribuisce a creare un ambiente commerciale più affidabile, etico e trasparente.

Articolo di Marco Simontacchi

23/10/2023

Rialzo dei tassi: cause ed effetti

Il rialzo dei tassi di interesse da parte della banca centrale europea o degli organismi di politica monetaria di un paese può essere motivato da diversi fattori.

 Controllo dell’inflazione, riduce la spesa e l’accesso al credito, frenando il consumo e gli investimenti, che a loro volta possono contribuire a contenere l’inflazione.

 Stabilizzazione della valuta, un tasso di interesse più alto rende gli investimenti nell’euro più attraenti per i capitali stranieri, aumentando la domanda per la valuta e di conseguenza il suo valore sul mercato internazionale.

 Prevenzione di bolle speculative nei mercati finanziari e immobiliari. Tassi più alti possono scoraggiare gli investimenti eccessivi in settori specifici.

Difesa della stabilità finanziaria per prevenire il surriscaldamento dell’economia che potrebbe portare a rischi finanziari.

Equilibrio del conto corrente e della bilancia dei pagamenti, può aiutare a ridurre l’importazione eccessiva e a promuovere l’export.

Normalizzazione della politica monetaria per ritornare a una situazione più “normale” in termini di tassi di interesse, specialmente dopo periodi di crisi economica o recessione.

Crescita sostenibile e controllo del debito. Avere tassi di interesse troppo bassi per troppo tempo può incoraggiare l’indebitamento eccessivo e promuovere una crescita economica più sostenibile.

Credibilità delle politiche della banca centrale nel dimostrare che è pronta a prendere misure appropriate per garantire stabilità economica a lungo termine.

È importante notare che la decisione di rialzare i tassi di interesse deve essere ben ponderata e basata su un’analisi approfondita dell’economia, tenendo conto di molti fattori come l’andamento dell’inflazione, la situazione economica interna ed esterna e gli obiettivi macroeconomici a lungo termine del paese.

L’effetto del rialzo dei tassi di interesse sull’economia italiana può avere diverse implicazioni sia per le aziende (B2B) che per i consumatori (B2C).

 Costo del finanziamento

B2B: Le imprese potrebbero vedere aumentare i costi per i finanziamenti aziendali, come i prestiti bancari e le linee di credito. Ciò potrebbe ridurre la redditività e la capacità di investimento delle imprese.

B2C: Anche i consumatori potrebbero sperimentare un aumento dei tassi sui prestiti personali, questo può influire sui consumi, specialmente per beni ad alto costo come case e veicoli.

 Investimenti aziendali:

B2B: Le imprese potrebbero essere meno propense a investire in nuovi progetti o ad espandere le proprie operazioni. Ciò può rallentare la crescita economica complessiva.

B2C: Anche i consumatori potrebbero essere più cauti nel fare acquisti di beni durevoli o impegnarsi in investimenti a lungo termine, influenzando settori come l’immobiliare e l’automotive.

Domanda e offerta:

B2B: La diminuzione degli investimenti aziendali può comportare una diminuzione della domanda di beni e servizi tra le imprese, influenzando negativamente i fornitori e l’intera catena di approvvigionamento.

B2C: L’aumento dei tassi di interesse può ridurre la disponibilità di denaro per i consumatori, influenzando la domanda di beni e servizi. Settori come il commercio al dettaglio e il settore dei servizi possono subire una diminuzione della domanda.

Svalutazione dei titoli azionari:

B2B: Le aziende quotate in borsa possono vedere una svalutazione delle loro azioni a causa dell’aumento dei tassi di interesse, poiché gli investitori possono spostarsi verso titoli a reddito fisso più redditizi.

B2C: Gli investitori individuali che detengono azioni o fondi comuni di investimento potrebbero subire perdite a causa della svalutazione del valore delle loro attività.

Un rialzo dei tassi di interesse in Italia può avere diversi effetti sull’economia reale, influenzando vari settori e aspetti dell’attività economica.

Costo del finanziamento. Il rialzo dei tassi di interesse comporta un aumento dei costi di finanziamento per le imprese e i consumatori. Le aziende dovranno pagare di più per i prestiti bancari e le linee di credito, riducendo la loro disponibilità di liquidità e influenzando la redditività.

Investimenti. L’aumento dei tassi di interesse può scoraggiare gli investimenti aziendali. Le imprese potrebbero ridurre i progetti di espansione o posticipare gli investimenti, influenzando negativamente la crescita economica. Settori come l’edilizia e l’industria manifatturiera potrebbero essere particolarmente colpiti.

Consumi delle famiglie. I tassi di interesse più alti comportano costi maggiori sui prestiti personali, come mutui e prestiti per l’acquisto di auto. Ciò può ridurre la capacità di spesa delle famiglie e influenzare negativamente settori come l’edilizia residenziale e il commercio al dettaglio.

Debito delle famiglie e delle imprese. L’incremento dei tassi di interesse può aumentare i pagamenti sui debiti delle famiglie e delle imprese, mettendo pressione sui bilanci e limitando la loro capacità di investire o fare acquisti. Ciò può portare a un aumento dei tassi di insolvenza e delle sofferenze bancarie.

Valore dell’euro e commercio estero. Un rialzo dei tassi di interesse in Italia può portare a un aumento del valore dell’euro rispetto ad altre valute, rendendo i prodotti italiani più costosi per i mercati esteri. Questo può influenzare le esportazioni e l’industria manifatturiera.

Settore immobiliare. I tassi di interesse più alti possono influenzare il settore immobiliare, poiché i costi dei mutui aumentano, riducendo la domanda di case e influenzando i prezzi delle abitazioni.

Mercati finanziari. I rialzi dei tassi di interesse possono comportare una correzione nei mercati azionari, poiché i rendimenti obbligazionari diventano più competitivi rispetto agli investimenti azionari. Gli investitori potrebbero spostare parte del loro portafoglio verso titoli obbligazionari, influenzando il valore delle azioni.

L’impatto di un rialzo dei tassi di interesse dipende da diversi fattori, come la magnitudine dell’aumento, il contesto economico globale e le politiche adottate dai governi e dalle istituzioni finanziarie per mitigare gli effetti negativi sull’economia reale.

Un rialzo dei tassi di interesse può avere un impatto negativo sull’attività economica, rallentando la crescita e influenzando sia le aziende che i consumatori attraverso vari canali, tra cui i costi di finanziamento, gli investimenti, la domanda e il valore degli asset finanziari. Tuttavia, è importante considerare che gli effetti possono variare in base a diversi fattori, come la magnitudine del rialzo dei tassi e il contesto economico globale.

Articolo di Marco Simontacchi

17/09/2023

Famiglie sempre più indebitate

L’indebitamento delle famiglie italiane ha diverse cause e ricadute sull’economia e sulla società.

Tra le cause dell’indebitamento delle famiglie italiane notiamo

L’alto costo della vita in Italia, compresi i prezzi elevati delle abitazioni e delle spese quotidiane, può costringere molte famiglie a contrarre debiti per far fronte alle spese.

La stagnazione dei salari e la precarietà occupazionale possono rendere difficile per le famiglie mettere da parte risparmi sufficienti. Di conseguenza, possono essere costrette a ricorrere a prestiti per affrontare spese importanti come l’acquisto di una casa, l’istruzione dei figli o le cure mediche.

In alcune fasce, c’è una cultura del credito in cui le persone tendono a utilizzare il credito in modo più frequente piuttosto che fare economie. Questo può portare all’accumulo di debiti con sovraindebitamento.

Ricadute sull’economia potenziali:

Un eccessivo indebitamento delle famiglie può portare a una maggiore instabilità finanziaria, con un aumento dei rischi di insolvenza e fallimento personale.

Un indebitamento eccessivo può ridurre la capacità delle famiglie di spendere, influenzando negativamente la domanda interna. Ciò può rallentare la crescita economica complessiva.

Gli istituti di credito che concedono prestiti alle famiglie possono essere esposti a rischi se le famiglie non riescono a rimborsare i prestiti. Questo può avere un impatto sul settore bancario e sulla stabilità finanziaria.

Ricadute sulla società conseguenti:

L’indebitamento eccessivo può causare stress finanziario e problemi psicologici tra le famiglie, con effetti negativi sulla salute mentale e sulle relazioni familiari.

Se le famiglie non riescono a gestire i loro debiti, possono trovarsi in una situazione di povertà. Questo può avere effetti negativi sulla qualità della vita, sull’educazione dei figli e sulla partecipazione alla società.

L’indebitamento eccessivo può contribuire a un divario economico più ampio, in quanto le famiglie con maggiori risorse finanziarie possono evitare l’indebitamento, mentre quelle con risorse limitate possono trovarsi in difficoltà.

Per affrontare questi problemi, è importante promuovere una cultura finanziaria responsabile e fornire alle famiglie strumenti per gestire il proprio debito in modo sostenibile. Inoltre, è essenziale che le politiche pubbliche mirino a migliorare la stabilità economica e a ridurre le pressioni finanziarie sulle famiglie, ad esempio attraverso politiche che favoriscano la crescita economica, l’accesso all’istruzione e l’assistenza sanitaria accessibile e sostenibile, il tutto in modo strutturale e sistemico.

Articolo di Marco Simontacchi

14/09/2023

Influenza dei bias cognitivi nelle decisioni importanti

I bias cognitivi sono delle distorsioni o dei pregiudizi sistematici che influenzano la nostra capacità di ragionamento obiettivo. Essi possono portare a un processo decisionale distorto, limitando la nostra capacità di valutare correttamente le informazioni disponibili e di prendere decisioni razionali.

Ecco alcuni esempi di come i bias cognitivi possono influire sulle decisioni importanti:

Conferma delle aspettative: tendiamo ad accontentarci di informazioni che confermano le nostre convinzioni preesistenti e ignorare o sottovalutare le prove che le contraddicono. Questo può portare a decisioni basate su presupposti errati o incomplete.

Effetto ancoraggio: siamo influenzati da un punto di riferimento iniziale quando prendiamo decisioni. Se ci viene fornito un valore di riferimento, tendiamo ad ancorare la nostra valutazione su quel valore, anche se potrebbe non essere rilevante o corretto. Questo può portare a decisioni distorte o poco razionali.

Disponibilità eccessiva: tendiamo a sopravvalutare l’importanza delle informazioni che sono facili da ricordare o che sono immediatamente disponibili nella nostra mente. Ciò può portare a decisioni basate su eventi o esperienze salienti, anche se potrebbero non rappresentare accuratamente la situazione generale.

Sovrastima delle proprie abilità: spesso sovrastimiamo le nostre capacità o competenze rispetto alla realtà. Questo può portarci a prendere decisioni eccessivamente ottimistiche o a ignorare i rischi potenziali.

Effetto di gruppo: quando prendiamo decisioni in gruppo, siamo influenzati dalle opinioni e dalle preferenze degli altri membri. Questo può portare a conformarsi alle opinioni del gruppo, anche se potrebbero essere sbagliate o irrazionali.

Rischio evitabile: tendiamo a evitare il rischio, anche quando potrebbe essere razionale o vantaggioso assumerlo. Questo può portare a decisioni troppo conservative o a perdere opportunità.

Questi sono solo alcuni esempi di come i bias cognitivi possono influire sulle decisioni importanti. È essenziale essere consapevoli di tali bias e adottare strategie per mitigarli, come cercare informazioni diverse, valutare criticamente le proprie convinzioni e coinvolgere diverse prospettive nella fase decisionale. La consapevolezza dei bias cognitivi può aiutarci a prendere decisioni più razionali ed efficaci.

Ricorrere a una consulenza strategica può fare la differenza, un punto di vista esterno e qualificato è un investimento di valore, non solo economico ma anche patrimoniale.

Noi siamo pronti, Voi?

Articolo di Marco Simontacchi

05/07/2023

Cessione crediti pro soluto: Impatti positivi su bilancio e rating

La cessione dei crediti pro soluto è una pratica finanziaria che consente alle imprese di trasferire i propri crediti verso terzi, sollevandosi così dall’onere di gestire il recupero dei crediti in modo autonomo. Questa operazione può avere numerosi impatti positivi sul bilancio e sul rating dell’azienda, fornendo vantaggi finanziari e migliorando la sua posizione creditizia complessiva.

Impatto positivo sul bilancio: La cessione dei crediti pro soluto comporta l’inserimento di un flusso di cassa immediato nell’azienda che cede i crediti. Questo può avere un impatto significativo sul bilancio, consentendo di migliorare la liquidità dell’azienda e di ridurre il debito pendente. L’ingresso di nuove risorse finanziarie può essere utilizzato per investimenti, per il pagamento di fornitori o per altre necessità aziendali, contribuendo a una gestione finanziaria più efficiente.

Inoltre, la cessione dei crediti pro soluto può consentire all’azienda di eliminare i crediti inesigibili o di difficile recupero dal proprio bilancio. Ciò può portare a una riduzione dei costi di gestione dei crediti e a una migliore valutazione degli asset dell’azienda. La pulizia del bilancio da crediti problematici può fornire una visione più accurata della salute finanziaria complessiva dell’azienda e può aumentare la fiducia degli investitori e dei creditori.

Impatto positivo sul rating: La cessione dei crediti pro soluto può anche avere un impatto positivo sul rating dell’azienda. Le agenzie di rating tengono conto di diversi fattori per valutare la solidità finanziaria di un’azienda, e la gestione efficace dei crediti è uno di questi fattori chiave. Trasferire i crediti problematici o a rischio può ridurre il livello di rischio per l’azienda e migliorare la sua valutazione da parte delle agenzie di rating.

Inoltre, la cessione dei crediti può migliorare l’indicatore di liquidità dell’azienda. Con un maggiore flusso di cassa derivante dalla cessione dei crediti, l’azienda può migliorare la sua capacità di far fronte agli obblighi finanziari e di pagare i creditori in modo tempestivo. Questo può essere considerato positivamente dalle agenzie di rating, che valutano la capacità di un’azienda di gestire il proprio debito e di mantenere una solida posizione finanziaria.

La cessione dei crediti pro soluto può apportare impatti positivi significativi sul bilancio e sul rating di un’azienda. Attraverso l’ottenimento di liquidità immediata, la riduzione dei crediti inesigibili e il miglioramento della gestione finanziaria complessiva, l’azienda può rafforzare la propria posizione finanziaria e aumentare la fiducia degli investitori e dei creditori. Tuttavia, è importante valutare attentamente i costi e i benefici associati alla cessione dei crediti e considerare gli effetti

Noi siamo pronti, Voi?

Articolo di Marco Simontacchi

20/06/2023

Depositare e valutare il marchio come attivo patrimoniale per le PMI

Nel panorama competitivo, la protezione e la valorizzazione del marchio sono elementi fondamentali per le piccole e medie imprese (PMI) che desiderano ottenere una posizione di vantaggio nel mercato. Depositare e avvalorare il marchio come attivo patrimoniale offre numerosi vantaggi che possono influire positivamente sulla crescita e sulla sostenibilità dell’impresa. Le PMI dovrebbero considerare attentamente questa strategia e i benefici che ne possono derivare.

Protezione legale: Il deposito del marchio offre una protezione legale che conferisce all’azienda il diritto esclusivo di utilizzarlo per i prodotti o servizi specificati nella registrazione. Questo impedisce ad altri concorrenti di sfruttare il marchio o di creare confusione tra i consumatori. Una PMI che ha investito tempo e risorse nello sviluppo del marchio può così proteggerne l’identità e l’immagine di fronte alla concorrenza sleale.

Differenziazione nel mercato: Un marchio registrato fornisce un’identità unica e riconoscibile per un’impresa. Nell’era dell’informazione e della globalizzazione, i consumatori sono bombardati da un’enorme quantità di prodotti e servizi. Un marchio ben definito e riconoscibile aiuta una PMI a distinguersi dalla concorrenza e a creare una connessione emotiva con i clienti. In un mercato affollato, un marchio forte può essere un fattore determinante nella scelta di un prodotto o servizio rispetto a quelli offerti dai competitor.

Generazione di valore economico: Il marchio, quando correttamente depositato e valutato come attivo patrimoniale, può diventare una fonte di valore economico per un’impresa. Le aziende con marchi riconosciuti possono monetizzare il loro valore attraverso la concessione di licenze o il franchising, aprendo nuove opportunità di business. Inoltre, un marchio registrato può aumentare il valore complessivo dell’azienda, rendendola più appetibile agli investitori o potenziali acquirenti.

Fiducia e fedeltà dei clienti: Un marchio ben gestito e protetto trasmette affidabilità e professionalità ai consumatori. I clienti tendono ad avere più fiducia nell’acquisto di prodotti o servizi da un’impresa che ha un marchio registrato. Un marchio forte crea un senso di fedeltà e lealtà tra i clienti, che possono diventare ambasciatori del marchio e promuoverlo a loro volta. Questo può portare a una maggiore retention e a un aumento del valore a vita del cliente.

Difesa dal plagio e dalla contraffazione: La registrazione del marchio offre un’arma legale contro il plagio e la contraffazione. Le PMI sono spesso vittime di pratiche sleali che cercano di sfruttare il successo di un marchio altrui. Possedere un marchio registrato semplifica il processo di difesa legale e può dissuadere potenziali violatori. Ciò contribuisce a proteggere l’immagine dell’azienda e a preservarne l’integrità.

Per le PMI, depositare e valutare il marchio come attivo patrimoniale può portare numerosi vantaggi, tra cui protezione legale, differenziazione nel mercato, generazione di valore economico, fiducia e fedeltà dei clienti e difesa dal plagio e dalla contraffazione. Questa strategia consente alle imprese di costruire un’identità solida e di creare un vantaggio competitivo duraturo. Le PMI che investono nella protezione e valorizzazione del proprio marchio sono più propense a prosperare nel mercato e a raggiungere il successo a lungo termine.

Noi siamo pronti, Voi?

Articolo di Marco Simontacchi

13/06/2023