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GiuViD 2020 il virus giudiziale ammazza investitori

Abbiamo parlato di BuViD 2020, il virus burocratico che infetta il paese, oggi affrontiamo l’altro flagello che ci attanaglia, alienandoci molti potenziali investitori italiani ed esteri  facendo deragliare il concetto stesso di giusto processo, situazione tutta a favore dei reprobi e vero tormentone per i danneggiati: GiuViD 2020 – Giustizia Virus Desease nel 2020.

Vediamo un po’ di dati – fonte European judicial systems Efficiency and quality of justice CEPEJ STUDIES No. 26 2018 del Consiglio d’Europa su dati 2016.

Giustizia Civile

Vi sono tre gradi di giudizio, Tribunale, Appello e Cassazione e per passare attraverso tutti e tre i gradi i tempi sono i seguenti:

Media europea:

primo grado – 233

secondo grado – 244

terzo grado – 238

quindi ammesso che si percorrano tutti e tre i gradi, la maggior parte si ferma al secondo, mediamente si impiegano 715 giorni, quasi 5 anni.

Media italiana:

primo grado – 514

secondo grado – 993

terzo grado – 1.442

ammesso quindi che si percorrano tutti e tre i gradi di giudizio il totale ammonta a ben 2.949 giorni, 8 anni.

 

Giustizia Amministrativa

Vi sono due soli gradi di giudizio, TAR e Consiglio di Stato

Media italiana:

primo grado – 925

secondo grado – 986

siamo a 1.911 giorni oltre 5 anni, peggio di noi solo Grecia e Cipro.

 

Giustizia Penale

Tre i gradi di giudizio, primo grado, appello e cassazione

Media europea

primo grado – 138

secondo grado – 143

terzo grado – 143

per un totale di 424 giorni, poco più di un anno

 

Media italiana

primo grado – 310

secondo grado – 876

terzo grado – 191

siamo a 1.377 giorni poco meno di 4 anni

 

Tralasciamo la certezza della pena su cui si potrebbe scrivere un intero libro.

Visti i dati quale serio e riflessivo imprenditore si sentirebbe tutelato a investire in un sistema paese così messo? Di certo affaristi e spregiudicati trovano un terreno fertile per giocare in tale pantano giudiziario.

I nostri imprenditori in fuga all’estero siamo certi lo facciano solo per motivi di tassazione?

Speriamo sempre in un miracolo che dipani la matassa contorta e annodata in cui si trova la giustizia italiana.

 

Dopo CoViD19 arriva BuViD20 il virus ammazza imprenditori

Dopo tre distinti decreti emanati per dare un ampio polmone alle aziende, agli imprenditori e ai lavoratori una cosa è certa: se contenere CoViD19 ed evitare una pandemia è stata una impresa storica, sconfiggere un virus tutto nostrano BuViD20 ed evitare un’ecatombe sarà ancora più complesso e titanico, serve un miracolo.

Questo nostro virus ha un nome: Burocrazia Virus Disease 2020 ed è purtroppo endemico e autoriproducente.

Ne sono pesantemente infettate le procedure per la cassa integrazione, molti lavoratori debbono percepire ancora gli stipendi di marzo eppur debbono campare loro e le loro famiglie.

I 600 euro per gli autonomi sono per molti ma non per tutti, diverse fasce si sono trovate escluse, eppur debbono campare loro e le loro famiglie.

Gli Istituti di Credito e Medio Credito Centrale si trovano ancora pienamente ingolfati con le richieste dei 25.000 euro e già sono incalcolabili le richieste per i finanziamenti successivi pari al 25% massimo del fatturato 2019, con i fondi a copertura che si stanno pericolosamente assottigliando. Eppure le aziende debbono onorare gli impegni e sopravvivere.

I Decreti affermano principi e disposizioni che si scontrano con le procedure interne e il testo unico bancario, con MCC che a seconda dell’interlocutore cambia la risposta allo stesso quesito in preda a schizofrenia da tilt burocratico.

I “si deve senza se e senza ma” non tengono conto del merito creditizio a cui debbono sottostare gli istituti di credito nel valutare i finanziamenti, seppur contro garantiti da MCC (forse ma non è detto).

Insomma, un vero “Italian Job”, per sopravvivere a questa ondata di piena vi è una sola speranza: che Conte in un prossimo Decreto Libera Italia inizi un serio percorso di sanificazione da BuViD20 e ci liberi da questa peste secolare che fa più danni all’imprendere di qualsivoglia tassazione, costo del lavoro, Art. 18 o quant’altro.

Eccezion fatta per la certezza del diritto e il giusto processo in tempi civili ed Europei, ma è un altro argomento che affronteremo prossimamente: GiuViD20.

Solidità sicurezza e successo aziendali

Se mai vi fosse una ricetta affinché si possa portare la propria impresa in uno stato di solidità finanziaria, sicurezza da imprevisti e successo, si può sintetizzare nella seguente frase:
Non aspettate che i problemi vi affossino. Agite prima che i problemi si presentino. La prevenzione è la strada verso la sicurezza e il successo”. (Sadhguru).
Non credo nella sfortuna, o meglio esistono eventi al di fuori del nostro controllo con potenziali ricadute negative, credo nella capacità e nella possibilità degli individui di anticipare eventuali rischi e di tutelarsi dagli eventuali danni, evitandoli, minimizzandoli o trasferendo a terzi gli eventuali rischi economici.
Ciò richiede competenze, un buon livello di consapevolezza, una profonda conoscenza di tutti i meccanismi che regolano il funzionamento dei processi aziendali e della catena degli stakeholder.
Esistono soluzioni per tutti i tipi di accadimenti che una impresa debba affrontare, che siano positivi o negativi come ricaduta dipende da come li si è affrontati, prima durante e dopo.
La prevenzione e l’aver soluzioni già pronte e studiate permette di trasformare potenziali tragedie in vantaggi competitivi, essendo tale stato purtroppo un elemento distintivo rispetto alla situazione media delle aziende italiane.
Fortuna è il nome che diamo al successo altrui”. (Roberto Gervaso)
Lavoriamo con diverse aziende, con alcune da decenni e la costante di quelle di successo costantemente nel tempo, solide e sicure è l’aver Amministratori competenti, consapevoli e profondi conoscitori della propria impresa e degli stakeholder e soprattutto proattivi per non lasciare in balia degli eventi i destini aziendali.
Con la prevenzione avremo la barra del timone aziendale sempre solidamente in mano gestendo gli scarrocciamenti fermi gli obiettivi; senza a decidere la rotta sarà il fato, gli stakeholder o un commissario giudiziale.
A noi la scelta: “Homo faber est suae quisque fortunae”.

Le tre facce di una azienda sana

Risk management, Direzione finanziaria e Passaggio generazionale sembrano tre storie separate, tre visioni e compartimenti stagni destinati a vite parallele.

È proprio così?

Le recenti vicissitudini ci suggeriscono il contrario.

Sono le tre facce di una piramide la cui base è la solidità presente e futura di un’azienda sana e prospera.

Si intrecciano in una sequenza di domande e risposte le cui soluzioni dettano la strada da seguire con obiettivo finale lo scopo aziendale dettato dalla visione imprenditoriale.

La necessaria lungimiranza che un Imprenditore capace – con la I maiuscola – mette in campo per decidere dove dirigere e condurre la propria impresa.

Qualsivoglia azienda deve avere ben chiaro dove si trova, dove vuole andare e quali siano le risorse a disposizione, viceversa non si può parlare di impresa ma di scommessa, non di management ma di gambling.

La gestione delle risorse se parliamo di finanziarie necessariamente passa attraverso una Direzione Finanziaria che utilizzando gli opportuni strumenti sia in grado di analizzare i dati storici per verificare che quanto pianificato industrialmente corrisponda a realtà e se vi siano correzioni di rotta da apportare.  Prevedere e pianificare inoltre soprattutto le esigenze di cassa presenti e future facendo collimare i flussi attivi e passivi per un equilibrio finanziario sia generale che come distribuzione alle risorse interne per soddisfare le attività pianificate. Una cattiva o nulla pianificazione finanziaria ci rende schiavi del contingente più occupati a mettere toppe che a investire nel futuro, sempre alla rincorsa di finanza per pagare fornitori, salari, contributi ed erario, in un circolo vizioso che è l’anticamera del default. Ci si indebita per investimenti produttivi, non per coprire perdite.

Eventuali perdite sono materia del Risk management: dato un piano industriale vanno analizzate con pari scrupolo minacce ed opportunità, che si rincorrono le une e le altre in modo sequenziale. Se non opportunamente valutate le stesse opportunità possono tradursi in una esiziale minaccia. L’ordine importante se non attentamente valutato come pianificazione finanziaria – un occhio alla rotazione debiti/crediti mi raccomando – e come rischio sia di credito che di approvvigionamenti può essere causa principale del tracollo dell’azienda. Di ciascun aspetto vanno valutati, come in una partita a scacchi, i rischi correlati, l’alea e la possibile perdita: di conseguenza porre in essere le contromisure che annullino, riducano a sostenibili o trasferiscano a terzi gli effetti patrimoniali indesiderati e insostenibili.

Rimane il Passaggio generazionale, ma con un Imprenditore giovane o senza figli che senso ha?

Chiariamo subito un malinteso, nella nostra accezione professionale il passaggio generazionale ha un valore molto più ampio e importante.

La vita di una azienda, soprattutto se coinvolge dipendenti, clienti, fornitori, insomma decine e decine di famiglie, non può dipendere in tutto o in buona parte dall’esistenza e dalla capacità psico fisica di un unico individuo. Anche pochi mesi di assenza forzata possono condurre al collasso una azienda non preparata.

Il passaggio inoltre non è solo relato a persone fisiche, è anche e soprattutto tecnologico e strutturale, ad esempio chi fosse stato già strutturato per lo smart working ha retto diversamente l’impatto del lockdown rispetto a chi sia stato colto di sorpresa.

I mercati, le leggi e le esigenze cambiano velocemente a volte anche radicalmente, essere non solo pronti ma anticipare tali tendenze è di per sé un passaggio generazionale che non vede cambiare i soggetti ma la loro visione del mondo e si sa: chi primo arriva meglio alloggia.

Progettare un aspetto senza integrarlo con gli altri è non solo inutile ma anche pericoloso ecco perché non sono compartimenti stagni ma aspetti integrati e interdipendenti per una sana e avveduta gestione aziendale volta alla proficua continuità nel tempo.

Informarsi non costa, il non farlo potrebbe.

Marco Simontacchi

16 aprile 2020

Pillole di Risk Management

Non esiste la sfortuna:

esiste la prevenzione consapevole con la gestione del rischio o l’affidarsi alla sorte. È una scelta.

Il Risk Management non è una buona pratica applicabile solo per le grandi Aziende, se infatti è vero che le PMI potrebbero non disporre di risorse tali da poter pagare costosi manager è altresì vero che efficaci processi di Risk Management richiedono interventi mirati e consapevoli proporzionali alla complessità aziendale, quindi nelle PMI basta un buon consulente, meglio se in temporary management per mettersi al riparo.

Risk Management:

Insieme di attività, metodologie e risorse coordinate per guidare e tenere sotto controllo un’organizzazione con riferimento ai rischi. (UNI 11230 – Gestione del Rischio)

Rischio:

Possibilità che si verifichi un evento (alea) con le possibili conseguenze su patrimonio e obiettivi (effetti).

Il risk management è un processo circolare:

  1. Identificazione
  2. Misurazione
  3. Valutazione
  4. Gestione

Suddiviso in tre macroaree: Rischi finanziari, Rischi operativi, Rischi IT.

Per ciascuna di queste macroaree si deve attuare una valutazione in termini qualitativi e quantitativi per poi implementare le più adeguate modalità di gestione del rischio con gli strumenti più coerenti. Il rischio si può evitare, contenere o trasferire a terzi a seconda della convenienza.

Anche ai fini della Legge 155 è fondamentale che affinché si dia adeguata importanza ad una analisi dei rischi è importante trasformare tutto in termini monetari così da scoprirne il valore aggiunto durante la stesura di budget, piani dei conti e spese e delle relazioni periodiche per gli organi di controllo.

Il ruolo di un Risk Manager

Il ruolo di un Risk Manager e del processo di Risk Management  è quello di massimizzare gli effetti positivi e minimizzare quelli negativi mantenendo indenne l’azienda e gli amministratori dai danni patrimoniali diretti e indiretti di eventi non previsti assicurando la continuità aziendale nel tempo.

Informarsi costa nulla, può costare molto il non farlo.

Che aspettate? che sia troppo tardi?

Marco Simontacchi

16 marzo 2020