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La tempesta perfetta

Si sono addensate pesanti nubi sopra le nostre economie, nubi che non avrebbero dovuto coglierci di sorpresa se non in parte.

Sono nubi minacciose e grevi che preannunciano la tempesta perfetta.

Da fine 2019 siamo funestati dal Covid che non ci da grossa tregua con tutte le conseguenze sulla capacità produttiva di intere filiere, soprattutto in Asia dove abbiamo abbondantemente delocalizzato con pesanti ricadute sui fatturati delle PMI.

Già dallo scorso anno si ipotizzava, con vari articoli sul nostro blog, che si andava incontro a una impennata dell’inflazione che può essere, più che una fiammata, di medio periodo.

Oggi molte PMI manifatturiere hanno grosse difficoltà ad approvvigionarsi delle necessarie scorte di materie prime e semilavorati con prezzi fuori controllo impedendo una corretta gestione del magazzino e una programmazione del ciclo produttivo e commerciale.

Una recessione strisciante faceva capolino in questi ultimi mesi, a cui si è aggiunta la guerra in Ucraina e le conseguenti sanzioni alla Russia.

Le difficoltà e preoccupazioni di approvvigionamento di gas hanno, se mai possibile, ulteriormente aggravato sia l’inflazione che la recessione.

Insomma, diciamocelo, siamo in una probabile stagflazione.

Siamo usciti dall’emergenza economica, secondo il governo, e il 30 giugno sono scadute le agevolazioni al credito, dal 1° luglio si torna a ragionare con i parametri legati al rating e a Basilea 3.

Dal 15 di luglio è in vigore la nuova normativa sul codice della crisi di impresa, da cui potrebbero non uscire indenni buona parte delle PMI. Qualcuna di esse potrebbe essere parte dei nostri clienti o fornitori strategici, ci siamo preparati a monitorarli? Noi siamo in linea con il cambio di passo?

Questo sta già creando gravi difficoltà di accesso al credito con un già innescato credit crunch.

Proprio in questi giorni diverse istituzioni hanno chiuso i rubinetti e l’Agenzia delle Entrate sta mandando gli avvisi agli organi amministrativi di PMI di futura segnalazione per inadempienza in linea con il codice della crisi di impresa.

Cosa mai avrebbe potuto peggiorare la situazione se non la più grave siccità dell’ultimo secolo?

Manifestazione estrema di un clima avviato a un disastro da noi testardamente e ciecamente provocato.

Anche in questo frangente ripetiamo il nostro motto: “vogliamo essere spettatori o protagonisti?”, subiamo o agiamo?

In questi frangenti vince chi ha la forza e la capacità di creare liquidità con cui fare le necessarie scorte per fare programmazioni almeno semestrali, non manca infatti la domanda, mancano gli approvvigionamenti.

Non è una manovra esente da rischi, tuttavia con un buon controllo di gestione e programmazione della tesoreria, un ferreo controllo del magazzino, sempre che si sia stati capaci di creare e mantenere un buon rating, ci danno sufficienti garanzie di poter fare il passo proporzionato alle nostre possibilità.

Con inflazione alta fare scorte di medio lungo significa potersi permettere di fare offerte ai clienti credibili garantendosi margini accettabili.

La potenza è nulla senza il controllo, così come l’eccesso di controllo a discapito della proattività ci ingessa.

Come già espresso in altri articoli occorre una prudente spregiudicatezza e un ottimo cruscotto di controllo.

Noi ci siamo, Voi?

 

Articolo di Marco Simontacchi

13/07/2022

Far squadra è meglio

Dalla competizione si è passati nell’ultimo decennio alla coopetizione, un mix di cooperazione interna e competizione verso l’esterno con insiemi e sottoinsiemi piuttosto complessi.

Basti pensare all’automotive, dove competitors di mercato fanno squadra nella ricerca e sviluppo, costruzione di piattaforme comuni e gruppi di acquisto.

L’evoluzione continua.

La nuova parola d’ordine è creare un ecosistema dove tutti i partecipanti possano essere interindipendenti e, verificato un comune denominatore etico e strutturale, possano coesistere supportandosi nella duplice veste di clienti e fornitori. Una partnership di filiera logica e funzionale, in cui l’unione fa la forza, sistemica e strutturale, capace di dare maggior resistenza ai singoli di fronte a choc e difficoltà di mercato creando notevoli risparmi su aree di competenza sinergiche e accomunabili.

In questo è alcuni anni che stiamo creando un “ecosistema” che per ora abbraccia finanza, risk management, consulenza, temporary management, informatica e alta formazione.

Questo ecosistema si chiama Salva Imprese ed è opensource, entro l’anno verrà presentato nella sua veste ufficiale e intende aggregare non solo operatori del settore.

L’intento è anche di coinvolgere le aziende clienti trasformandole in “Partner” in un territorio protetto e controllato, in cui Cienti e Fornitori possano dialogare sicuri di essere tra pari, almeno per quanto riguarda etica e rispetto degli accordi. Per noi il motto “pacta servanda sunt” è uno stile di vita.

Chi fosse interessato a valutare l’opportunità di aderire è ben accetto, è finita l’era del solo contro tutti, oggi più che mai l’unione fa la forza.

 

Noi ci siamo, Vi aspettiamo a braccia aperte.

 

Articolo di Marco Simontacchi

22/05/2022

Adeguati assetti di governance PMI

Il 17 marzo u.s. è stato approvato dal Consiglio dei Ministri lo schema di decreto legislativo riguardante i segnali di allerta di probabilità di insolvenza nel quadro degli adeguati assetti amministrativi e contabili che riallineano il nuovo Codice della Crisi di Impresa della Direttiva 2019/1023.

Dopo vari rimandi e cambi di rotta dal DL 14/2019, si delinea la Risk Governance di cui dovranno dotarsi tutte le aziende, senza la quale gli Amministratori saranno chiamati a rispondere personalmente e patrimonialmente di eventuali crisi di impresa non governate come da normative.

La governance si svolgerà in tre distinte attività: di diagnosi, di controllo e di monitoraggio, vediamo meglio.

  • Diagnosi del rischio di impresa – vanno istituiti dei processi interni di valutazione e verifica continua della adeguatezza economica, finanziaria e patrimoniale per rilevare eventuali squilibri di carattere patrimoniale o economico-finanziario.
  • Controllo – (ex ante) va istituita una funzione di risk management sulla previsione, pianificazione e gestione dei rischi di impresa. Si deve verificare la sostenibilità dei debiti e la presenza di prospettive di continuità aziendale per i dodici mesi successivi e i segnali di allarme introducendo sistemi di gestione della tesoreria su base non solo rendicontale ma anche previsionale con uno scadenzario evoluto.
  • Monitoraggio – (ex post) vanno controllati tutti i segnali, quantitativi e qualitativi, creando delle procedure interne di allerta che segnalino che si sta raggiungendo la soglia massima di tollerabilità dell’azienda prima di una potenziale crisi di insolvenza. Vanno costituiti sistemi di pianificazione aziendale e controllo dei rischi d’impresa per controllare tutti quei segnali e verificare, se il caso, la ragionevole perseguibilità del risanamento.

Cosa dovrà essere posto sotto osservazione nel monitoraggio di assoluta rilevanza?

  1. l’esistenza di debiti per retribuzioni scaduti da almeno trenta giorni che equivalgano o superino il 50% dell’ammontare complessivo mensile delle retribuzioni.
  2. l’esistenza di debiti scaduti verso fornitori da almeno novanta giorni di ammontare superiore a quello dei debiti non scaduti;
  3. l’esistenza di esposizioni nei confronti delle banche e degli altri intermediari finanziari che siano scadute da più di sessanta giorni, anche se non ancora tecnicamente in past due, o che abbiano superato per uguale tempo il limite di qualsivoglia affidamento, se sono pari o superiori al 5% del totale degli affidamenti
  4. l’esistenza di una o più esposizioni debitorie nei confronti dei creditori pubblici qualificati: erario, enti previdenziali, agenti della riscossione.

A prima lettura può sembrare un impianto complesso e laborioso o una perdita di tempo. Se così fosse riflettete sul fatto che una azienda strutturata e votata a sopravvivere e prosperare attraverso le crisi naturali dei mercati non può non esserne dotata.

Servono strumenti informatici adeguati, metodo e capacità di lettura, anche prospettica, dei dati e una spiccata propensione al problem solving.

Esistono oggi professionalità capaci di dotare le aziende sia dei mezzi che della cultura e capacità a creare quella adeguata governance che già dovrebbe essere patrimonio aziendale prima ancora che obbligo legislativo.

Noi ci siamo, Voi?

 

Articolo di Marco Simontacchi

04/04/2022

 

 

Rating senza veli

Si parla molto e spesso di rating, essenzialmente di cosa si tratta?

Il rating è la valutazione che viene data in base a dei parametri che classifica le società, qualunque esse siano, in base alla capacità di far fronte ai propri impegni.

Quali sono le classi di rating e cosa significano:

AAA     Ottima capacità di far fronte ai propri debiti

AA       Buona capacità di far fronte ai propri debiti

A         Solida capacità di far fronte ai propri debiti che può peggiorare in circostanze avverse

BBB     Media capacità di far fronte ai propri debiti che potrebbe deteriorarsi

BB       Capacità di far fronte ai propri debiti con un certo rischio

B         Capacità di far fronte ai propri debiti a rischio

CCC     Società a rischio

CC    Società ad alto rischio

C          Società a rischio estremamente elevato

D         Default

Il calcolo viene eseguito tramite dei parametri economico finanziari detti quantitativi e dei parametri soggettivi legati al contesto e agli aspetti aziendali detti qualitativi.

La trasparenza è già di per sé stessa un aspetto di valutazione positivo, più un nostro interlocutore riesce a “leggere” la nostra azienda meno si alzeranno i muri della diffidenza.

Allo stesso tempo dovremo educarci oltre al governo del nostro rating anche al monitoraggio del rating dei nostri Clienti e Fornitori strategici, oggi non ci sono più alibi nel trovarsi impreparati di fronte al default a monte o a valle della nostra filiera produttiva.

Concetto analogo è il Credit Scoring, il punteggio che un Istituto Finanziario assegna al nostro merito creditizio, ovvero al livello di rischio di insolvenza che, come creditori, rappresentiamo.

Più è alto più l’Istituto dovrà accantonare per far fronte a eventuali default e di conseguenza si alza il costo per l’Istituto stesso e per il cliente.

La curva dell’efficienza stessa quando si alza troppo rende non più sostenibile per un Istituto finanziare il soggetto con rating alto, al di là di qualunque discorso di merito o di rischio.

Quando tale curva dovesse poi avvicinarsi alla soglia di usura diviene tecnicamente impossibile finanziare un soggetto.

Lo scoring è influenzato in modo sensibile anche da un ulteriore fattore: l’andamentale; ovvero lo storico di come utilizziamo la finanza messa a nostra disposizione, visibile dagli Istituti vigilati da Banca d’Italia in modo analitico per i propri Clienti e in modo sintetico per tutti gli altri tramite la Centrale Rischi di Banca d’Italia.

Ogni soggetto, fisico o giuridico, può accedere a tali informazioni, analitiche e complete, per sé stesso facendone domanda.

Tali informazioni ci ritornano la posizione debitoria, eventuali fidejussioni e segnalazioni e l’utilizzo degli strumenti di affidamento.

È fondamentale governare tutti i parametri che compongono Rating, Scoring e Centrale Rischi, da essi dipendono sia la finanziabilità dell’azienda sia la remunerazione che va data al capitale di terzi.

In caso di impennata dello scoring o di abbassamento del rating, una segnalazione in Centrale Rischi comporta entrambi i casi, gli effetti possono essere immediati, porvi rimedio potrebbe significare lavorare sui propri conti anche per un paio di esercizi.

La ricaduta più leggera può essere un aumento del costo della finanza, il rischio è di vedersi ridurre gli affidamenti e nei casi più gravi la chiusura di tutti i rapporti affidati o addirittura dei rapporti di conto corrente.

Perché rischiare? Attiviamoci per avere il controllo in previsionale ed evitare danni futuri, a volte la cassetta dei cerotti potrebbe non essere sufficiente.

Noi siamo pronti, Voi?

 

Articolo di Marco Simontacchi

05/03/2022

 

 

 

Novità e opportunità nella gestione da sovraindebitamento.

Con il DL Giustizia 05/08/21 entra in vigore il Codice della crisi di impresa, dal 15 novembre la nuova procedura negoziale e dal 31/12/23 le misure di allerta.

Con il Decreto Ristori invece si è anticipata l’entrata in vigore di alcune norme del Codice per agevolare situazioni di crisi da sovraindebitamento. Saranno valide anche per le procedure pendenti alla data del 25/12/2020, un regalo di Natale per quelle aziende o famiglie in crisi visto il momento.

Le procedure di rientro dai debiti diventano più accessibili e facili; viene introdotto anche il sovraindebitamento famigliare; si ammette la domanda del debitore incapiente; viene sanzionato il creditore che aggrava la situazione di indebitamento.

Possono accedere il consumatore – compreso i soci di società di persone – i membri di una stessa famiglia possono accedere in una unica procedura, ex imprenditori, startup innovative, le piccole imprese sotto alla soglia fallimentare e studi professionali.

Vi è un merito per l’accesso, ossia non deve esserci da parte del debitore colpa grave, malafede o frode.

In caso di totale incapienza, quindi che il debitore non abbia i mezzi per far fronte a nulla nel presente né nel futuro, si procede all’esdebitazione, alla liberazione dal debito. Fatto salvo l’obbligo entro i 4 anni in caso di novità rilevanti di soddisfare i creditori almeno in misura del 10%.

Si è accennato a sanzioni verso i creditori che abbiano in qualche modo aggravato colpevolmente la situazione, essi non potranno presentare osservazioni sul piano né reclami verso l’omologazione e l’unica causa di inammissibilità che potranno far valere è solo in caso di comportamenti dolosi del creditore.

Tre sono le principali soluzioni di composizione della crisi:

Accordo di ristrutturazione per piccoli imprenditori

Piani del consumatore

Liquidazione del patrimonio nel rispetto dei beni essenziali.

Noi ci siamo attrezzati.

Articolo di Marco Simontacchi

17/01/2022